I giudici del riesame hanno revocato la misura interdittiva a carico di Massimo Cimini, fermato dai carabinieri di Salerno lo scorso novembre, per aver inseguito e infastidito la sua ex fidanzata. Aveva l’obbligo di non avvicinamento alla sua ex, il noto imprenditore romano. La decisione ha fatto molto scalpore anche sulla scena politica in quanto Cimini è ex consigliere del Municipio XII, prima in quota Pdl e ora migrato nelle file di Noi per Salvini. Secondo i giudici del riesame, il cui presidente è Gaetano Sgroia, la “Ricostruzione delle vittima mal si concilia con gli incontri avvenuti con l’aggressore in ben tre occasioni, di notte e presso una struttura alberghiera nel periodo da lei denunciato”. A presentare l’istanza di riesame, i legali di Cimini, gli avvocati Ivan Nigro e Cesare Gai i quali – per smentire le dichiarazioni della donna – si sono affidati alle indagini investigative della Kls di Salerno.
La giovane donna,come riporta Il Mattino, aveva raccontato di continue insistenze da parte del Cimini che arrivavano a concretizzarsi anche con novanta telefonate al giorno, oltra ad usare tutta la messaggistica a disposizione. Contattava su Facebook anche le sue amiche, minacciando di piantare un coltello nella gamba del fidanzato e di “sfondarlo”. Di qui la richiesta di aiuto della donna ai carabinieri quando lui – secondo il suo racconto – l’avrebbe inseguita per darle fastidio. In quella circostanza i militari dell’Arma trovarono anche nell’auto di Cimini due trapani e una mazza. Un racconto che, secondo i giudici del riesame, presenta delle incongruenze considerati gli incontri amorosi avuti dai due presso il Novotel: uno a settembre e due ad ottobre. “Circostanza degli incontri che non trova, altresì – scrivono i giudici – neanche giustificazione da quanto dalla vittima precisato, ovvero di aver a volte mentito all’uomo sulla volontà di riprendere la relazione al solo fine di tranquillizzarlo.” E ancora: “La donna non faceva alcun riferimento a questi episodi, verificatisi dopo le denunce presentate contro l’uomo ad aprile, maggio e giugno e prima della denuncia del 23 novembre”.
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