“Non vi muovete, altrimenti qualcuno muore”. Oppure: “Apri la cassaforte e dammi i soldi, altrimenti finisce male”. Erano queste le frasi utilizzate dalla banda di rapinatori di banche e uffici postali sgominata ieri dai carabinieri e culminata con sei arresti, di cui cinque in carcere e sei ai domiciliari. A capo della banda c’era il 59enne Vincenzo Esposito (che abita in via Lucania a Melito di Napoli). Con lui sono finiti in carcere Aniello Ottico, 51 anni (Napoli, vico Parrettari), Giuseppe Longobardi, 64 anni (Napoli, vico Barre) Salvatore Leone (di via Giacomo Savarese), Lucio Mosca, 43 anni(Napoli, vico Barre), Lucio Mazzella, 43 anni (Napoli, salita Cinesi) mentre ai domiciliari invece è finito Salvatore Leone, 54 anni (Napoli, via Giacomo Savarese),
Un chiosco di bibite che si trova in via Orta del Conte, una traversa di corso Umberto, il cui gestore non sapeva nulla dell’attività illecita dei suoi abituali clienti, era in pratica il covo della banda. E’ li che i carabinieri hanno piazzato una microspia i cui contenuti ascoltati e registrati insieme con una serie di intercettazioni telefoniche rappresentano il quadro accusatorio nei confronti della banda. Non solo Napoli ma anche a Parma i colpi messi a segno dalla banda. Dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza cautelare firmata dal gip Linda D’Ancona, si evince come Vincenzo Esposito, il capo della banda, non fosse contento di come “lavoravano” i suoi sottoposti. Il 13 novembre del 2017, nell’autovettura di Vincenzo Esposito, in una conversazione nella quale lo stesso Esposito commentava con Salvatore Leone la non perfetta riuscita di un colpo, indicando precise responsabilità di Ottico e Longobardi: “Io mi sono messo là e tu non mi fai aprire la porta! Ma quello non è cosa loro! Neanche il primo può fare, ma perché sa fare il primo? Quello lavorava perché ci stava Lucio (Mosca), altrimenti con Peppe si prendono i 500 euro e se ne scappano! Sono andati a farsi la posta lì sopra e si sono fatti 360 uro a testa… 1200 euro si sono presi alla posta”. Decisivo l’esame dei video acquisiti nell’ambito delle indagini, che ha consentito di individuare tutti i componenti della banda e di scoprire che prima di essere bloccati erano state messe a segno tre rapine ai danni di istituti bancari e di uffici postali di Napoli, commesse prima dell’inizio delle attività di monitoraggio, e di una rapina alla Banca Popolare di Bari di via Arenaccia, a Napoli.
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