Napoli. Ennesima rinuncia, oggi, nel Tribunale di Napoli, da parte di un avvocato difensore di Luca Materazzo, 32 anni, accusato dell’omicidio del fratello Vittorio, l’ingegnere assassinato a Napoli nel novembre del 2016, davanti la sua abitazione di viale Maria Cristina di Savoia. Lunedi’ scorso, dopo un incontro in carcere, l’avvocato Nicola Giovanni Saetta, ha rinunciato all’incarico, “per insanabili divergenze”. Materazzo quindi ha nominato come suo legale di fiducia l’avvocato Silvia Buonanno, con la quale ha avuto un incontro con il suo cliente solo l’altro ieri. L’avvocato Buonanno ha quindi chiesto alla Corte di Assise i termini a difesa, per poter prendere visione della documentazione e quindi affrontare il processo. L’istanza ha provocato una reazione da parte dell’avvocato di parte civile Errico Frojo (che rappresenta i due figli dell’ingegnere ucciso, ndr), secondo il quale dietro le continue revoche degli avvocati difensori da parte di Luca Materazzo (ormai sono una decina quelli che si sono avvicendati, ndr) si nasconde un “comportamento lucidamente ostruzionistico” finalizzato a “difendersi dal processo e non nel processo attraverso prove e contraddittorio”. Dello stesso avviso anche il sostituto procuratore Francesca De Renzis, che, come l’avvocato Errico Frojo, ha chiesto alla Corte di non concedere i termini a difesa. Una richiesta negata dal presidente Giuseppe Provitera che ha poi fissato le prossime udienze, sempre nell’aula 115, per il 10 gennaio (quando saranno ascoltati alcuni testimoni della difesa) e per il 24 gennaio (quando invece saranno ascoltati i consulenti di parte, tra cui figura anche l’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, che, nella sua carriera si e’ anche occupato, tra l’altro delle indagini sulla strage di Capaci. Garofano e’ stato nominato consulente dall’avvocato Arturo Frojo, che difende Elena Grande, la vedova dell’ingegnere ucciso. Luca Materazzo ha anche chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee, per spiegare i motivi delle sue continue revoche ai mandati dall’avvocato ma il presidente della Corte di Assise ha voluto sottolineare che non era tenuto a farlo e l’imputato ha rinunciato a parlare.
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