“E’ azzardato affermare che questa ulteriore fotografia, che sarebbe stata ricavata dagli investigatori, incastri definitivamente il mio assistito considerato che il minore, nei primi step dell’indagine che lo incriminava, e’ stato sottoposto ad esame antropometrico che ha dato esito negativo”. E’ quanto sottolinea, in una nota, l’avvocato Carla Maruzzelli – legale del 13enne ritenuto coinvolto nell’aggressione di Arturo, il 17enne accoltellato poco prima di Natale dello scorso anno, in via Foria a Napoli – in relazione a nuove prove che inchioderebbero il suo assistito, rese note in un articolo pubblicato oggi da Il Mattino. Nei mesi scorsi il Tribunale dei Minorenni di Napoli ha condannato tre dei quattro aggressori di Arturo. Per quanto riguarda invece il quarto aggressore, non si e’ proceduto in quanto non imputabile. Per scagionare il suo cliente, indicato come il quarto componente il branco, l’avvocato Maruzelli ha condotto indagini difensive, successivamente consegnate alla Procura dei Minori, che, sulla base di questi dati ha chiesto un supplemento investigativo. Secondo le indagini difensive, nel lasso di tempo durante il quale Arturo veniva aggredito, il 13enne era a una partita di calcio in un campo parrocchiale. “Secondo l’articolo – spiega l’avvocato del minorenne – sarebbe sconfessato da queste nuove indagini l’ alibi del ragazzino in virtu’ di una foto che incriminerebbe il minore come il quarto aggressore di Arturo. Una foto – prosegue l’avvocato Maruzzelli – in cui questa persona indosserebbe gli stessi abiti di colui che viene indicato come il quarto aggressore. Tenuto conto che la difesa viene a conoscenza dal quotidiano della conclusione di queste indagini – dice ancora Maruzzelli – non ci e’ dato capire se questa nuova foto sia capace di raffigurare il volto della persona in maniera tale da poter con assoluta certezza riconoscervi il mio assistito”. Inoltre, prosegue il legale, “non ci e’ dato capire perche’ dare evidenza al dato del vestiario quando appare ovvio che sia lo stesso raffigurato nel video, cosi’ come appare ovvio che se un accertamento tecnico abbia escluso l’identificazione con il mio assistito alla medesima conclusione ci condurra’ anche l’esame antropometrico di questa nuova foto”. “La difesa – ricorda l’avvocato difensore del ragazzino – lavora perche’ e’ di interesse primario capire se un minore di 13 anni sia o no coinvolto in questo fatto perche’ e’ un accertamento indispensabile prima di intervenire anche sul nucleo suo familiare. Spero che chi abbia svolto le indagini abbia agito con lo stesso spirito”.
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