La procura di Lucca, col sostituto Enrico Mariotti, ha aperto un’inchiesta sulle tensioni avvenute nel carcere cittadino nelle ultime 48 ore dopo la morte, probabilmente per cause naturali, di un detenuto italiano. Il magistrato nell’ambito delle indagini ha disposto l’autopsia proprio per dirimere subito la questione della causa della morte. Richiesta l’acquisizione dei rapporti e dei verbali della polizia penitenziaria sui fatti. Seguiranno poi altri accertamenti. Protesta, intanto, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe ricostruendo in una nota i fatti con Donato Capece, suo segretario generale. “E’ successo – scrive Capece – che il 26 dicembre e’ morto un detenuto italiano, sembra per cause naturali, e nella stessa serata gli occupanti di due sezioni hanno inscenato una protesta con battiture sonore sulle inferriate. Nella prima mattinata del 27 dicembre, invece, un detenuto italiano ha gettato del caffe’ verso un detenuto tunisino, il quale poi e’ stato aggredito fisicamente per le scale della Terza sezione. Lo straniero e’ stato inviato presso l’ospedale facendo poi rientro in carcere verso le 15”. “Era prevedibile – prosegue Capece – che vi fosse una rivalsa, e infatti verso le 13.15 nei cortili della Terza sezione, un tunisino ha cercato prima di aggredire con pugni tre italiani poi ha divelto la porta e armatosi di un ferro ha cercato di colpire gli stessi. Prontamente gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti evitando il peggio”. “Purtroppo – riferisce il segretario generale del Sappe – nella Terza sezione sono ristretti vari detenuti con problemi psichiatrici e per vari motivi si sfogano aggredendo verbalmente il personale, creando caos nei reparti. A Lucca abbiamo un personale di Polizia Penitenziaria sempre piu’ sotto organico, senza mezzi idonei e senza adeguati fondi in una struttura penitenziaria critica nell’indifferenza totale di tutte le autorita’ preposte ad una legittima esecuzione penale. Gli eventi critici violenti ormai sono quotidiani e ricadono oltre che sugli stessi detenuti anche e soprattutto sulle donne ed uomini in divisa della polizia penitenziaria. Eroi silenziosi. E’ inammissibile che il personale di Polizia Penitenziaria debba continuare a subire queste aggressioni, senza avere alcun mezzo idoneo – tipo il taser – per difendersi”. Capece esprime “apprezzamento e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Lucca” ed auspica che “il ministero della Giustizia riconosca loro una adeguata ricompensa per le eccellenti capacita’ professionali e umane con le quali hanno gestito il gravissimo evento critico, che avrebbe potuto avere peggiori conseguenze se l’intervento degli Agenti non fosse stato tempestivo. Un grazie a loro – all’unico Ispettore in servizio a Lucca, ai pochi colleghi e al Comandante di Reparto, peraltro in missione”.
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