Giovedì 13 dicembre, alle 17.00, il Loft del PAN Palazzo delle Arti Napoli, in via dei Mille 60, ospita l’inaugurazione della mostra “Maria Luisa Acquaviva. Xilografie 1960/2018”, che resterà in esposizione fino al 6 gennaio 2019. Una rassegna insolita, dedicata ad un’originale tecnica espressiva non più tanto frequentata, per valorizzarne la tradizione e rinnovarne la conoscenza attraverso l’interpretazione dell’artista. Curata da Paola de Ciuceis, organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, la mostra propone una selezione di oltre 50 incisioni su legno (raramente su linoleum) di vario formato. In eleganti cornici di plexiglass, sapientemente fotografate da Libero De Cunzo e archiviate per temi e per annualità i lavori ripercorrono la produzione artistica di Maria Luisa Acquaviva dall’inizio. Completa la mostra, un catalogo Editori Paparo, con una presentazione dell’assessore Nino Daniele e i testi della curatrice, dell’artista e del maestro Arnoldo Ciarrocchi. Nell’ambito della mostra, sabato 15 dicembre, dalle 10 alle 12, i cultori della materia Sabina Maresca, Andrea Matarazzo e allievi del corso di Grafica d’Arte guidati dalla professoressa Erminia Mitrano dell’Accademia di Belle Arti, proporranno una dimostrazione pratica di stampa con un piccolo torchio di legno. “Sono molto lieto di ospitare a Napoli, nel nostro Palazzo delle Arti, la ricca esposizione antologica di una milanese napoletana, maestra della xilografia – dichiara l’assessore Nino Daniele –. Accogliamo la sua mostra come un’occasione speciale per più di una ragione. In primo luogo per la bellezza di una ricca esposizione di opere che copre tutto l’arco di una lunga e prestigiosa carriera artistica. Sarà certamente un dono gradito per gli appassionati d’arte che frequentano le sale del PAN e, in particolare, per i cultori della xilografia, una tecnica che unisce al fascino della più antica delle arti a stampa la suggestione di una particolare forza espressiva. Ma accanto alla bellezza e all’interesse di una esposizione prestigiosa vi è qualcosa di più, per noi, in questa esposizione; è l’emozione e il fascino del ritorno. La mostra di Maria Luisa Acquaviva non è soltanto un evento culturale di grande interesse e un appuntamento per gli appassionati dell’arte, è, per l’artista, quasi un ritorno alle origini”. “Pieno e vuoto, chiaro e scuro. Stretti indissolubilmente l’uno all’altro, gli elementi essenziali dell’incisione d’arte trovano in Maria Luisa Acquaviva un’abile interprete che, nelle sue produzioni xilografiche, li valorizza al massimo nella maestria con la quale modula la contrapposizione di toni e semitoni – scrive la curatrice Paola de Ciuceis –. Se ne ha un’idea d’insieme a scorrere gli innumerevoli ed eleganti esemplari tirati al torchio in un sessantennio di impegno artistico alle prese con questa antichissima tecnica dell’incisione in rilievo su matrici lignee adeguatamente inchiostrate; un raffinato metodo di illustrazione già in uso in Cina, per la stampa su carta, dall’VIII secolo d.C. e, prima ancora, presso i Copti, in Egitto, nel V-VI secolo d.C., per la stampa delle stoffe ma che si diffonde in Europa solo da XIV-XV secolo in avanti come decorazione di testi religiosi e dei primi libri a stampa. Dopo una breve esperienza con l’acquaforte, difatti, Maria Luisa Acquaviva si lascia prendere dal fascino della xilografia; una passione che non solo non l’abbandonerà mai ma la porterà ad incidere con grande entusiasmo di tutto e di più, anche «cassetti e sportelli di armadio. Superfici più grandi di lei sulle quali avrebbe potuto sdraiarsi e dormire o farsi portare dalle onde» così come ricorda il suo maestro, Arnoldo Ciarrocchi, nella presentazione della personale di Acquaviva alla galleria Stendhal di Milano (1964)”. “È l’uomo, nelle realizzazioni grafiche, a dominare la mia immaginazione, sia che lo veda condizionato dall’angosciante realtà che lo circonda e rappresentato in spazi circoscritti, sia che lo consideri un’entità trascurabile, irrilevante rispetto al tutto di cui fa parte e quindi immerso in spazi aperti – racconta l’artista Maria Luisa Acquaviva –. In ogni caso lo vedo sempre immobile, cioè incapace di venire fuori da questo dualismo contrastante. Ed anche quando è legato ad altre figure o gruppi lo vedo sempre solo, totalmente solo. Per questa serie di motivi la mia ricerca è orientata alla rappresentazione di figure umane e spazi: figure sole, a gruppi, immobili, in spazi limitati, chiusi, aperti oppure variamente connessi in cui la pittoricità e la profondità sono realizzate attraverso il contrapporsi dei toni e dei semitoni ottenuti mediante una particolare utilizzazione delle fibre di legno. La tecnica che uso è, infatti, la xilografia su legno, rate molto antica, la più antica delle arti a stampa, tale da offrire a chi la adopera, pur nella elementarità dei suoi mezzi, una gamma quasi infinita di espressioni”.
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