C’è posto per un romanzo d’amore epistolare oggi, ai tempi di internet, degli sms e degli “emoticon” con i cuoricini? Lo scrittore austriaco Daniel Glattauer dimostra che i sentimenti trasformati in parole, su carta o per email, hanno sempre un’immensa forza incantatrice, tanto che il suo “Le ho mai raccontato del vento del Nord” è diventato un best-seller in diciassette paesi e un testo teatrale con la traduzione di Andrea Cipriani, in scena da mercoledì 12 dicembre alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 16) sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, per la regia di Paolo Valerio. Presentato da Fondazione Campania dei Festival – Teatro Festival Italia e Teatro Stabile di Verona, l’allestimento, interpretato da Chiara Caselli e Roberto Citran, è una favola moderna che racconta come da un errore (una mail spedita a un indirizzo sbagliato) può nascere un’amicizia giocosa e complice, e poi un sentimento ben più potente. Tutto inizia con un abbonamento da disdire, e dunque l’invio di un’email di routine. Dall’altro capo del filo, però, non c’è l’ufficio destinatario, ma una persona, raggiunta per sbaglio. Leo, dopo un po’ risponde a Emmi Rothner, la avverte del malinteso e fra i due scocca una scintilla, scorre un fiume di parole. I due perfetti sconosciuti avviano il loro epistolario, sono persone qualsiasi. Leo Leike, psicolinguista, sembra collezionare fallimenti sentimentali, Emmi Rothner è una moglie irreprensibile ed ha due amati bambini. Eppure, forte come il vento del Nord, il sentimento s’insinua, li travolge, attraverso uno dei dialoghi d’amore più coinvolgente, ironico, e delicato della letteratura contemporanea. Sono due scritture, due mondi, due universi interiori a raccontarsi attraverso quelle email, quelle parole. Una dopo l’altra, ogni volta un po’ più confidenziali, ogni volta più intense, alla fine sempre più necessarie, irrinunciabili. “Le ho mai raccontato del vento del Nord” conduce in una storia d’amore nell’era internet, ma dai contenuti d’altri tempi. Un amore epistolare, platonico, celebrale, eppure intenso, proprio perché idealizzato e astratto, esente da difetti e imperfezioni donate dalla vita e dalla convivenza di tutti i giorni. Una storia priva di ambientazioni, solo una lunga sequenza di messaggi, leggera, che riesce a essere briosa divertente, emozionante, ma che alla fine, inevitabilmente, pone una riflessione sulla scelta tra rimorsi e rimpianti. Lo spettacolo si avvale delle immagini e le scene a cura di Antonio Panzuto, il montaggio video Raffaella Rivi, le musiche originali di Andrea Cipriani, il disegno luci di Enrico Berardi.
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