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L’allarme del Dap: 60mila detenuti nelle carceri italiane, oltre 40mila con disturbi psichici

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Dai dati ufficiali del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), aggiornati al 30 novembre 2018, risulta che i detenuti ospitati nelle carceri italiane sono 60.002 e di questi oltre 40.000 soffrirebbero di disturbi psichici e depressivi. Una percentuale molto alta a cui il sistema non sempre riesce a dare risposte adeguate con un aumento del rischio suicidario all’interno degli istituti di pena. Di questo si è parlato oggi a Palazzo dei Normanni durante il convegno ‘Salute mentale, carceri e Rems’, organizzato dal garante dei detenuti per la Sicilia, Giovanni Fiandaca, e a cui hanno partecipato il garante nazionale Mauro Palma e i garanti dei diritti dei detenuti di varie regioni italiane, oltre a psichiatri e responsabili di Rems. In apertura anche il saluto dell’assessore alla Sanità, Ruggero Razza, e del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché. Nel raffronto con le altre Regioni, la Sicilia non brilla per efficienza. Le due Rems esistenti si trovano in Sicilia orientale e l’Isola detiene il record per la lista d’attesa, più lunga che nel resto d’Italia con 105 persone in coda per un posto nelle Rems (dato al 26 giugno 2018). In alcuni di questi casi i soggetti da internare restano in carcere con grave danno per sé e per la gestione interna degli Istituti penitenziari. “Il tema della Salute mentale e dell’assistenza psichiatrica in carcere dovrebbe costituire una priorità, anche per ragioni di difesa sociale – ha detto Fiandaca – Non esistono statistiche ufficiali davvero affidabili e a essere carente è, in particolare, l’assistenza psichiatrica all’interno degli istituti penitenziari. Per un carcere di grandi dimensioni come il Pagliarelli con 1.300 detenuti, dei 5-6 psichiatri presenti sulla carta, mi risulta da una recente visita all’istituto di pena che per vari motivi ne sono stati in servizio per molto tempo solo due e che solo più di recente sono diventati tre”. Le Rems, destinate a ospitare i soggetti non imputabili affetti da malattia mentale e socialmente pericolosi, nascono come risposta alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Non tutti sono concordi nel chiedere l’apertura di nuove strutture ma dal dibattito è emersa una non sempre efficiente distribuzione territoriale. Ogni Rems può assistere fino a 20 persone e oggi in Sicilia ce ne sono due: una a Naso (Messina) e un’altra con due sezioni (di cui una femminile) a Caltagirone (Catania). “Le criticità sono diffuse in tutta Italia – ha spiegato il garante nazionale Mauro Palma -. I numeri forniti dal Dap mettono a mio giudizio insieme malattia psichiatrica e disagio comportamentale aprendo un altro tema: quello della presa in carico del paziente e di un monitoraggio necessario dell’assistenza dentro le carceri per intervenire su disagi che sono condizionati da motivi soggettivi e logistici e che non hanno necessità di trattamenti psichiatrici”. In tutta Italia la lista d’attesa per le Rems conta 502 persone e di queste 62 si trovano attualmente in carcere. “Sull’Isola – ha detto l’assessore regionale Razza – nei prossimi anni sarà realizzata una nuova Rems a Caltanissetta e c’è l’intenzione di costruire un’altra struttura in Sicilia occidentale. Per la Rems di Caltanissetta, l’iter burocratico e amministrativo per la realizzazione sarà concluso entro il 2019”. “Sono disponibile a portare avanti un disegno di legge che normi le Rems qui in Sicilia – ha concluso il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché – e sarei molto felice di dare il mio contributo per risolvere queste annose problematiche che investono persone detenute e i loro familiari”.


Articolo pubblicato il giorno 22 Dicembre 2018 - 08:03
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