Bergamo. L’immagine ritoccata di alcuni sacchetti di spazzatura nei pressi dello stadio Atleti Azzurri di Italia dove questa sera si concluderà il weekend di Serie A con in campo Atalanta e Napoli ha fatto il giro del web. L’immagine che avrebbe rappresentato l’accoglienza dei supporters neroazzurri “Per farvi sentire a casa vostra” si è rilevata un fotomontaggio che però è stato rilanciato anche da testate giornalistiche di rilievo nazionale. Intanto i tifosi dell’Atalanta precisano il non essere napoletani e che gli “sfottò” tra tifoserie fanno parte del calcio. I bergamaschi condannano però il razzismo ma il campanilismo non può essere confuso con la discriminazione territoriale. Ecco il comunicato della curva. “Bergamo un’altra volta sarà il banco di prova per l’ennesimo strumento di repressione: ecco che si torna a parlare di razzismo, nello specifico di discriminazione territoriale. Qualcuno dice che dobbiamo essere più intelligenti, qualcun altro dice che non dobbiamo cadere nella trappola. Noi rispondiamo che saremo quelli che siamo sempre stati!!
Non prendiamo nemmeno in considerazione la possibilità di essere privati di una delle componenti più basilari ed elementari del calcio: gli sfottò tra tifoserie. Non accettiamo lezioni da nessuno sull’argomento, tantomeno da gente incapace persino di organizzare campionati professionisti e da chi nel calcio Italiano ha piazzato dirigenti che hanno definito i calciatori di colore “mangia banane” e le donne calciatrici “handicappate”. Proprio loro per l’ennesima volta vengono a infangare e parlare della parte più vera e passionale del calcio. Bergamo ha sempre schifato i cori beceri e gli ululati razzisti.
Bergamo ha dimostrato di essere sempre stata una piazza matura e credibile. A Bergamo è sempre stata una questione di campanilismo e non di razzismo: ben venga quando sentiamo Bergamasco contadino cantato a gran voce nella maggior parte degli stadi italiani! Ben vengano gli odio Bergamo! Tutto questo vissuto sulla nostra pelle non ci ferisce, tutto questo non lo reputiamo razzismo ma anzi ci lega semplicemente di più alla nostra terra, ci rende ancor più fieri delle nostre origini. Noi non siamo Napoletani… la cosa è abbastanza evidente per tutti ma non per qualcuno!”
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