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La Procura valuta la veridicità dell’audio choc del tifoso del Napoli: ‘Li abbiamo uccisi’. Il giallo del lampeggiante

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    “Li abbiamo uccisi. Sono scese 200 persone e le abbiamo picchiate. Ne abbiamo investiti 4-5 con l’auto e siamo scesi con le mazze di ferro”. Sono le frasi choc mandate in onda da ‘Canale 21’, una nota vocale riconducibile a un tifoso del Napoli che ha preso parte agli scontri coi tifosi nerazzurri prima di Inter-Napoli disputata mercoledì sera a San Siro. “Hanno fermato tutti e hanno sequestrato dalle nostre auto picconi, mazze di legno, manganelli e tirapugni… è un peccato perché ci sono tante persone ferite sia dei nostri che dei loro -prosegue l’audio-. A loro però è andata peggio perché ne abbiamo feriti gravemente 6-7. Ci sono 4 accoltellati, uno di Napoli e tre di Milano. C’è confusione. La polizia ci ha fermato ed ha bloccato il traffico. Ora stanno controllando i feriti interisti, 5-6 sono molto gravi, uno è morto”. “Noi stavamo attaccando di nuovo 3-4 interisti quando ci siamo accorti che tra di noi c’era un loro amico morto. Allora ci hanno chiesto una tregua. Hanno spostato il morto e ci hanno applaudito per il gesto. Dopodiché abbiamo ripreso lo scontro”, conclude il tifoso napoletano riferendosi a Davide Belardinelli l’ultras nerazzurro investito da un van. Ma su questo audio ci sono molte perplessità degli investigatori che ne stanno valutando la veridicità poichè la ricostruzione non combacia con le immagini in possesso della Procura. Per i pm milanesi si è trattato di un agguato preordinato, un assalto guidato da due due persone, una delle quali impartiva ordini in francese, sfociati nelle strade di Milano in un vero e proprio “combattimento”, la definizione e’ del pm, quando i tifosi del Napoli sono scesi dai van che li trasportavano allo stadio per respingere l’aggressione. Nelle mani dei contendenti bastoni, mazze, roncole e razzi, aste e cinture. Col procedere delle ore, dalle indagini emergono nuovi particolari – alcuni ancora da confermare – sui fatti che mercoledi’ sera hanno preceduto l’incontro Inter-Napoli e portato alla morte dell’ultra’ del Varese Daniele Belardinelli, travolto da un suv di passaggio. Nuovi elementi sono attesi dagli interrogatori dei primi tre arrestati nell’inchiesta – i tifosi interisti Luca Da Ros, 21 anni, Francesco Baj, 31 e Simone Tira, 21 – per rissa aggravata dalla morte dall’ultra’ e dal ferimento di quattro supporter partenopei, lesioni e lancio di razzi. Compariranno domani davanti al gip Guido Salvini per l’udienza di convalida nel carcere di San Vittore e in quella sede sembrano intenzionati a chiarire qual e’ stato il loro ruolo negli scontri. Gli avvocati Mirko Perlino e Antonio Radaelli i quali, dopo averli visti, li definiscono “molto provati” per quanto accaduto, attribuiscono loro un ruolo “marginale” negli scontri e ne chiederanno la scarcerazione. Le indagini proseguono per identificare gli altri partecipanti alla rissa e per individuare il conducente del Suv che ha travolto Belardinelli sulla corsia opposta rispetto a quella sulla quale si trovavano gli interisti. Anche tifosi gemellati del Varese e del Nizza hanno preso d’assalto la colonna di van con a bordo i napoletani che sarebbe stata segnalata dalla Digos di Napoli, e individuata al casello di Melegnano (dove di solito vengono agganciati i tifosi in auto) prima di entrare in citta’. Questo aspetto della ricostruzione e’ ancora in corso di accertamento, cosi’ come la circostanza che la colonna fosse preceduta da una macchina della polizia con i lampeggianti accesi. I pm che hanno chiesto la convalida scrivono, comunque, che tra nerazzurri e partenopei c’e’ stato un “combattimento”. All’assalto con bastoni, mazze, roncole e razzi, “i tifosi del Napoli – ricostruiscono gli inquirenti – arrestavano i mezzi, scendevano dagli stessi con aste e cinture, aggredivano a loro volta i tifosi dell’Inter, intrattenevano con loro un combattimento”. Secondo alcune testimonianze agli atti, a dirigere l’assalto ai van sarebbero state due persone, una delle quali impartiva ordini in francese e i testimoni riferiscono di aver visto “tre o quattro persone” che trasportavano un uomo (Belardinelli, ndr.) che aveva “i pantaloni stracciati”, mentre i soccorritori urlavano: “Ha le gambe rotte”. Il questore, Marcello Cardona, ha emesso sette ‘Daspo’ a carico di ultras interisti. Si tratta di sette dei nove indagati (compresi gli arrestati) e il provvedimento e’ esteso alle competizioni internazionali: buona parte di loro risulta avere numerosi precedenti penali e cinque erano gia’ stati colpiti da Daspo (emessi anche in altre province).


    Articolo pubblicato il giorno 28 Dicembre 2018 - 21:10
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