Arriva la condanna definitiva per l’operaio “armiere” del gruppo Schiavone. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 1 anno e 8 mesi per Salvatore Tana, 31enne originario di Santa Maria Capua Vetere, accusato di possesso di armi all’interno di una casa.
Salvatore Tana aveva Il ruolo di custode. Custode del deposito di armi del clan, utilizzate per minacciare tutti quegli imprenditori e commercianti che non rispettavano il loro volere. Era stato arrestato a Tornimparte. 28enne originario di Teverola in provincia di Caserta, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a seguito di indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a carico de Casalesi. Il ruolo contestato dalla Procura distrettuale napoletana a era quello di essere il custode e armiere del gruppo di fuoco risultando incaricato del deposito di armi utilizzate per gli atti intimidatori in pregiudizio di imprenditori e commercianti, nonché di spacciare sostanze stupefacenti per conto dell’associazione criminale. L’associazione per delinquere camorristica utilizzava corrieri che consegnavano lo stupefacente in Italia e vedeva Salvatore Tana. in seno all’organizzazione essere incaricato delle attività di stoccaggio, custodia e distribuzione dello stupefacente. Le indagini dei Carabinieri, avviate nel 2010 a seguito di un attentato intimidatorio all’abitazione dell’allora Sindaco di Teverola, hanno fatto anche luce sull’omicidio di un affiliato al clan da ricondursi a motivi di equilibrio interni al clan stesso. Salvatore Tana era stato individuato nell’aquilano, dove lavorava alle dipendenze di una ditta edile casertana impegnata nella ricostruzione post-sisma.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 17 Dicembre 2018 - 06:41