I summit dei ‘picciotti’ di Cosa nostra venivano organizzati nelle scuderie per paura di essere intercettati. E’ quanto emerge dall’operazione ‘Corsa nostra’ che all’alba di oggi ha portato all’arresto di nove persone. Non solo. I Carabinieri, che hanno eseguito le misure emesse dal gip, hanno anche scoperto che i boss avrebbero truccato le gare all’ippodromo. Il GIP del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto nove misure cautelari, eseguite dai carabinieri, nei confronti di persone accusate a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato in concorso e frode in competizioni sportive. Per otto e’ stata disposta la custodia cautelare in carcere, per uno i domiciliari. L’inchiesta, denominata convenzionalmente “COrSA NOSTRA”, ha accertato come la mafia controllasse l’ippodromo di Palermo. Ci sono anche degli insospettabili a finire in manette nell’ambito dell’operazione eseguita all’alba di oggi dai Carabinieri di Palermo che ha arrestato nove persone. Gli indagati sono ritenuti dagli inquirenti vicini al clan di San Lorenzo e Resuttana. Si tratta di allenatori ma anche gestori di scuderie. Tra loro c’è anche una donna, finiti ai domiciliari. L’indagine è coordinata dal Procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi.
Articolo pubblicato il giorno 12 Dicembre 2018 - 07:35