Ad Ercolano esiste un quartiere residenziale costituito da abitazioni di recente costruzione con decine e decine di famiglie che vi risiedono, un parcheggio auto, addirittura una scuola elementare con centinaia di alunni e zero vie di fuga. Un paradosso proprio nella città in cui è presente il cono vulcanico, una città già storicamente distrutta dal Vesuvio e ricostruita. Una città con all’ordine del giorno piccole scosse sismiche.
Per accedere a questo quartiere residenziale o semplicemente portare i bambini a scuola bisogna attraversare uno stretto vicolo nominato appunto “Via Cuparella” su cui insiste un edificio completamente puntellato, forse puntellato così dal lontano terremoto del 1980, con rigonfiamenti e inclinazioni nella sua struttura tali da far temere nei passanti un imminente crollo. Chi abita a via Cuparella sa benissimo che in caso di malore o un incidente, un cataclisma, un incendio, le loro vite sono spacciate perché il vicolo di accesso è così stretto da non permettere l’ingresso dei mezzi di soccorso, né ambulanze, né mezzi dei vigili del fuoco ma solo piccole automobili. È già successo in passato che il 118 ha dovuto parcheggiare la propria ambulanza fuori dal vicolo scendendo poi a piedi con la lettiga e percorrendo una lunga strada in ciò mettendo a repentaglio l’incolumità di chi invocava i soccorsi. Chi abita a via Cuparella sa benissimo che in caso di un terremoto di piccola entità il palazzo puntellato, inclinato su di un fianco potrebbe crollare ostruendo completamente ogni via di fuga. Tutto ciò ingenera negli abitanti di via Cuparella il disagio di sentirsi come “topi in trappola” e paradossalmente ciò accade a 20 metri in linea d’aria dal comune di Ercolano che non può non essere a conoscenza del problema. In questi giorni il Comune forse per lenire le lamentele e distrarre i cittadini sulla scarsità delle luminarie natalizie ha provveduto ad asfaltare alcune strade ma ciò ha aumentato le polemiche dei cittadini che contestano all’amministrazione di aver asfaltato strade che già erano asfaltate e non presentavano grossi disagi nonché lamentano all’amministrazione comunale di preoccuparsi solo di interventi “di facciata” come asfaltare una strada e non di interventi di primaria importanza come abbattere edifici pericolanti e costruire nuove strade per non lasciare in pieno centro quartieri completamente isolati e disagiati.
Giorgio Kontovas
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