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Due detenuti sulla sedia a rotelle nel carcere di Fuorni abbandonati al loro destino

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Nessuna dignità per i detenuti salerni­tani. E nessuna eccezione per le per­sone diversamente abili. Al carcere di Fuorni infatti sono presenti due per­sone con gravi problemi di salute ma per loro nessuno sconto. Non di pena, sia chiaro. Ma di trattamento. Quello stesso trattamento che dovrebbe es­sere riservato a tutti, nonostante la struttura. Uno dei detenuti necessita di spostarsi in sedia a rotelle e di con­trolli costanti ma ad oggi poco e nulla viene fatto per lui, trattato al pari di tutti gli altri detenuti nonostante sia stata avanzata più volte richiesta di trovare una sistemazione più idonea alle sue condizioni di salute. Intanto, lo scorso 20 novembre, l’onorevole Rita Bernardini, insieme ad una delegazione del partito Radicale e accompa­gnati da Donato Salzano e Fiorinda Mirabile e altri avvocati fra i quali il Presidente della locale Camera Penale, Michele Sarno, hanno visitato il car­cere di Salerno. In 366 posti deve farci entrare 500 detenuti, tanti erano il giorno della visita. 98 sono in attesa di primo giudizio, 52 attendono il giudi­zio d’appello e 27 sono ricorrenti in cas­sazione. I detenuti condannati definitivamente sono 242, mentre co­loro che hanno un posizione mista sono 106. Gli stranieri presenti sono circa 72. Anche in merito alla que­stione sovraffollamento, la situazione non sembra affatto cambiata: 7 dete­nuti “sistemati” in letti a castello a due piani, «l’umidità si fa sentire, i mate­rassi di gommapiuma sono bagnati perché, oltre alle perdite dalle tuba­ture, quando piove entra l’acqua dalle finestre. Le mura delle celle sono spor­che ed è usuale trovare fogli di gior­nale appiccicati alle pareti per coprire il sudiciume prodotto da precedenti, lontane detenzioni. Quanto al riscalda­mento, il giorno della nostra visita coincideva con quello della prima prova in vista della stagione più fredda; risultato del test: termosifoni gelati… occorre evidentemente una più approfondita messa a punto consi­derata la vetustà delle caldaie che in­fatti ha richiesto nel tempo continue riparazioni», ha reso noto l’ex parla­mentare. Inoltre, su 500 detenuti, solo 113 lavorano (23%) e lo fanno per poche ore al giorno e per pochi mesi all’anno perché vige la rotazione per i lavori do­mestici in carcere, gli unici possibili a Salerno considerato che sono state di­smesse tutte le lavorazioni. Se nelle se­zioni del maschile qualcuno ha la possibilità almeno di studiare (c’è l’isti­tuto alberghiero), nella sezione femmi­nile, che ospita 41 donne, abbiamo trovato un’atmosfera tesissima: lì la scuola proprio non c’è e solo 6 detenute svolgono lavori domestici; manca l’ac­qua calda da un mese e non c’è la cu­cina cosicché i pasti (immangiabili a detta delle detenute) arrivano (freddi e incollati) dalle cucine del maschile. La situazione, dunque, resta ancora molto drammatica, senza contare i suicidi che si sono verificati in questi mesi e le aggressioni riscontrate.


Articolo pubblicato il giorno 3 Dicembre 2018 - 09:12


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