Quando nel 2016 si diffuse la voce del pentimento di Pasquale Scotti, l’ex braccio destro di Raffaele cutolo, che era stato estradato dal Brasile dopo 30 anni di latitanza, si narra che il noto imprenditore stabiese Adolfo Greco, arrestato stamane con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso insieme con i clan D’Alessandro, Afeltra-Di Martino di Pimonte e i Cesarano, sia stato preso da una crisi di ansia. E abbia cominciato a chiamare e ‘convocare’ vecchi amici. Lui con Cutolo era andato a braccetto agli albori della Nco. Aveva acquistato il Castello Mediceo con suo cugino Antonio Polese, il famoso defunto ‘boss delle cerimonie’ del castello La Sonrisa, con il defunto imprenditore stabiese Catello Ercolano e Agostino Abagnale o’ chiappiello. Si dovettero dare alla latitanza, furono arrestati e scarcerati e poi riabilitati. Il suo nome compare anche nel famoso libro “La Trattativa” del giudice Carlo Alemi sul Caso Cirillo. Adolfo Greco sarebbe stato uno dei due stabiesi (l’altro era Giorgio Criscuolo, funzionario del Sisde, i servizi segreti civili per le informazioni e la sicurezza democratica) che si recarono nel carcere di Ascoli Piceno ad incontrare Raffaele Cutolo per avere notizie sul rapimento. Nel corso degli anni Adolfo Greco è diventato un imprenditore ‘pulito’. Anzi qualcosa di più. Il vero “burattinaio” della economia, dell’imprenditoria e della politica di Castellammare e dintorni. Era stato per un breve periodo presidente della squadra di calcio della Juve Stabia, poi passata nelle mani del suo amico e socio, l’imprenditore Ludovico Imperiale, padre di quel Raffaele detto o’ parente il supernarcos latitante da tre anni negli Emirati Arabi e diventato famoso per il furto di due Van Gogh fatti trovare proprio a casa dei genitori a Castellammare. Adolfo Greco nel corso degli anni è diventato il “mangiafuoco” stabiese, quello che muove i fili dei burattini a suo piacimento. Da piccolo commerciante di latte, come tutta la famiglia, è diventato un imprenditore dai molteplici interessi. Barca, casa a pochi passi dalla piazzetta di Capri, casa al centro di Roma e proprietà in tutta Italia. A Castellammare, oltre ai numerosi affari già andati in porto, sta per partire un mega investimento da centinaia di milioni di euro nella zona della ex Cirio dove dovrebbero sorgere centinaia di case di ultima generazione, oltre a una serie di servizi. Adolfo Greco è il capofila dell’operazione, insieme ai ‘cugini’ Polese. Il fatto che la polizia abbia scovato, nel corso della perquisizione nella sua abitazione circa due milioni e mezzo di euro in contanti, tutti a pacchetti e conservati in fogli di giornale, la dice lunga sulla potenza economica del personaggio. Un uomo “vecchio stampo”, la figura di ‘Don Adolfo’, come veniva chiamato da tutti, è sempre stata avvolta da un fitto mistero: è stato o non è stato il cassiere di Cutolo? Ha o non ha i rapporti con la camorra? Con quale clan sta? Ebbene, oltre alla questione “Cutolo”, questa mattina gli uomini della DDA hanno sciolto ogni dubbio: ‘Don Adolfo’ sta con tutti i clan, è il “mondo di mezzo”! Mondo di mezzo ma sempre al posto di comando, almeno nella società civile. Infatti il figlio, Luigi (il quale compare in molte intercettazioni delle oltre 200 pagine dell’ordinanza cautelare firmata al gip Tommaso Parrella), è stato consigliere comunale di opposizione durante l’amministrazione a guida Nicola Cuomo. Da sempre impegnato in politica, il rampollo di casa Greco pare abbia abbandonato il sogno di “guidare” la città delle acque, ma non del tutto. Infatti alle ultime elezioni ha sostenuto l’attuale Governo cittadino. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe stato addirittura lo “spin doctor” in campagna elettorale e pare che il sindaco Cimmino per “ringraziarlo” gli abbia fatto scegliere qualche “casella di comando”. Parliamo di qualche assessorato o di qualche partecipata. Tant’è. Purtroppo però, nonostante il forte legame di amicizia che lega le due famiglie (Greco e Cimmino) , il primo cittadino stabiese oggi non si potuto esimere dall’inviare un comunicato di plauso alle forze dell’ordine che conclude con un’esortazione ai cittadini «a non abbassare la guardia (nei confronti della camorra,ndr) e denunciare e non fermarsi mai». Certo sembra strano che sia proprio il sindaco a ricordare ai cittadini di denunciare e prendere le distanze da determinati personaggi. In consiglio comunale, seduta tra i banchi della maggioranza (a questo punto poco importa se maggioranza o opposizione), c’è Barbara Di Maio. La Di Maio purtroppo per lei ha una parentela molto ingombrante: é la cognata di Paolo Carolei. Quel “Pauluccio” anch’egli destinatario della medesima ordinanza di custodia di Adolfo Greco. Proprio Greco fa vanto molte volte (leggendo le trascrizioni delle intercettazioni) della forte amicizia con Pauluccio. Proprio “quel Pauluccio” che è stato condannato quale mandante dell’omicidio del consigliere comunale del PD Gino Tommasino. A “quel Pauluccio”, Don Adolfo, gli ha dato molte volte “qualche presente” per sdebitarsi di “alcuni favori”. Proprio “quel pauluccio” ha la cognata in consiglio comunale. Intanto la classe politica cittadina delle ultime 4 amministrazioni comunali stabiesi comincia a tremare. I legami con la camorra sono forti. Lo affermava lo stesso ex sindaco di Castellammare, Antonio Pannullo, ascoltato addirittura dalla stessa DDA. Quella DDA che nel frattempo ascoltava le conversazioni di Don Adolfo e di altre persone che oggi sono state arrestate. Quella DDA che chissà, forse ha ascoltato anche tutti gli intrecci tra camorra e politica, così da definire presto la linea di confine tra il bene ed il male, linea che da anni ormai a Castellammare non si vede più. In via Varo dove ha sede la società di Greco, sono passati gli esponenti politici di tutti gli schieramenti politici stabiesi, ma anche di Pompei, Torre annunziata, e i comuni dei Monti Lattari e della Penisola Sorrentina, imprenditori, funzionari pubblici, avvocati, commercialisti ma anche forze dell’ordine e persino magistrati. Greco si è anche vantato di aver accompagnato anni fa a una udienza privata da Papa Wojtyla un ex sindaco di sinistra e di cenare spesso anche a casa con un europarlamentare del Pd. Ma questo gli investigatori probabilmente già lo sanno visto che lo ‘ascoltavano’ da anni.
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