Finisce in Procura l’informativa sui presunti abusi edilizi in un terreno a Mariglianella, di proprieta’ del padre di Luigi Di Maio, Antonio, e della sorella di quest’ultimo. Ieri, infatti, i vigili urbani che hanno effettuato i controlli sul terreno e sequestrato anche tre piazzole sulle quali erano depositati rifiuti, per lo piu’ scarti edili, hanno depositato tutto l’incartamento presso la Procura di Nola, che ora si occupera’ della vicenda. Nel mirino, in particolare, quattro manufatti adibiti a deposito. Si inasprisce, intanto, il clima attorno ai giornalisti che si stanno occupando della vicenda. Filippo Roma, il reporter delle ‘Iene’ che ha realizzato l’inchiesta sui lavoratori in nero che hanno prestato servizio anni fa nella ditta della famiglia Di Maio, e’ stato minacciato di morte sui social. “Il clima e’ grave – dicono dalla redazione del programma televisivo – e non parliamo solo del rischio terribile che si passi dalle parole ai fatti. C’e’ troppa gente che vuole zittire in ogni maniera chi fa il proprio lavoro di raccontare notizie”. Minacce vengono segnalate dal sindacato dei giornalisti anche a Pomigliano D’Arco dove c’e’ un’aria pesante. “Basta, avete esagerato. Andate via”, ripetono i cittadini ai giornalisti. “Luigi ha detto bene – sbotta una donna – vi scagliate contro di lui perche’ non avete null’altro su cui attaccare”. Tuttavia, in difesa del giornalista delle Iene, e’ sceso lo stesso Di Maio, perche’ “grazie a lui – ha detto – ho scoperto anche dei non detti della mia famiglia”. Il ministro, inoltre, si e’ detto soddisfatto delle scuse fatte dal padre – dal quale ha comunque precisato di “non aver preso le distanze” – che in un’intervista al Corriere si e’ assunto tutte le colpe di quanto accaduto. “Le mie responsabilita’ non possono ricadere sui miei figli – ha affermato Antonio Di Maio – mio figlio, giustamente, ha preso le distanze dagli errori che ho commesso, ha garantito subito la massima trasparenza presentando tutte le carte”. “Hanno attaccato Luigi – ha aggiunto – con una ferocia spropositata. Stanno cercando di colpirlo, ma lui non ha la minima colpa”. Contro la stampa si scaglia il M5S, che in un post sul proprio blog parla di “delegittimazione” da parte “del quarto potere” che colpirebbe il Movimento a tutti i livelli. “Colpisce i nostri sindaci – si legge sul blog – colpisce i nostri parlamentari. Colpiscono anche Luigi Di Maio in questi giorni, essendo immacolato usano i parenti sbattendo in prima pagina suo padre per storie di 10 anni fa. E attenzione non e’ che Luigi sia sotto accusa per aver aiutato il babbo mentre era ministro, come e’ stato per Renzi e Boschi, ma per un vincolo di sangue”. Stima per Di Maio e’ stata espressa dal vicepremier Matteo Salvini, il quale ha detto di rispettare il suo collega “per quanto fa da ministro”, ma anche di non doverlo difendere perche’ “si difende da solo”. “Non conosco la sua famiglia ne’ le sue aziende – ha detto Salvini – coinvolgere parenti, amici, mogli e fidanzate nella bagarre politica non mi sembra una cosa intelligente”. Una frecciatina al ministro Di Maio, arriva, invece, dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani (FI), il quale pur affermando di essere “garantista”, sottolinea anche che “chi semina vento raccoglie tempesta, e chi attacca su vicende personali rischia di rimanere vittima su storie che riguardano la propria famiglia”. Chiarimenti al ministro sulla proprieta’ della ditta edile familiare, sono stati invece chiesti dal senatore del Pd, Francesco Bonifazi e dal deputato dei Dem, Luciano Nobili, che si chiede perche’ Di Maio “faccia da prestanome al padre”.
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