Caserta. ‘O professore, al secolo Raffaele Bellopede del clan Belforte era stato condannato a otto anni e sei mesi di reclusione per estorsione aggravata e continuata dal metodo mafioso: ora scatta il sequestro preventivo di case e terreni. Con il provvedimento, notificato ieri dalla Divisione Anticrimine della Questura di Caserta che ha dato esecuzione al decreto di sequestro di prevenzione disposto il 4 dicembre scorso, dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere – Sezione per l’applicazione di Misure di Prevenzione su Proposta avanzata dal Questore di Caserta sono stati sequestrati un terreno a Castel Volturno, tre fabbricati di cui due in Castel Volturno ed uno in Marcianise nonché due conti correnti, intestati e nella disponibilità di Bellopede, per un valore complessivo stimato di circa 500mila euro. La misura ablativa rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta – con il coordinamento della Sezione per l’applicazione di misura di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – dalla Divisione Polizia Anticrimine e scaturita dall’accoglimento in parte della proposta formulata dal Questore di Caserta che ha valorizzato le indagine che ha consentito di ricostruire l’intero patrimonio del dell’uomo. Infatti si è potuto dimostrare, come nell’ultimo ventennio Bellopede abbia intrattenuto rapporti d’affari con il “clan Belforte”. Infatti è stato condannato dalla Corte d’Appello di Napoli per estorsione aggravata e continuata dalla metodologia mafiosa, ai danni di commercianti che, inermi rispetto alle intimidazioni mafiose subite, erano costretti a corrispondere somme di danaro, soprattutto in occasione delle festività natalizie e pasquali. L’ampio quadro indiziario si è reso possibile anche grazie a molte dichiarazioni accusatorie di collaboratori di giustizia che ampiamente riscontrate, hanno contribuito all’emissione del provvedimento di sequestro. Nello specifico Bellopede era legato al clan Belforte, infatti frequentava le abitazioni degli affiliati, si prestava al cambio assegni, riscuoteva le estorsioni per conto del citato clan, fungendo da collettore tra gli esponenti apicali del clan e i commercianti estorti, infatti il suo nome era indicato con la denominazione di “Professore 1.50” e che riceveva quale corrispettivo del proprio apporto uno stipendio mensile di 1500 euro.
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