Napoli. Ci aveva provato già due anni fa presentandosi in aula e dicendo di volersi pentire durante un processo per omicidio di cui era imputato per favoreggiamento nei confronti degli assassini. Poi dopo un breve periodo la Dda di Napoli lo ritenne “poco attendibile” e lo fece uscire dal programma di protezione. Ieri Salvatore Cianniello, affiliato al gruppo dei D’Amico di via Nuova Villa a San Giovanni a Teduccio e legati ai Mazzarella, si è ripetuto. Lo ha ha fatto nell’ambito del processo che lo vede imputato insieme con il boss Salvatore D’Amico o’ pirata, il nipote Salvatore Salomone, Giovanni Paduano ,Salvatore Taglialatela e Mauro Cimilo. Tutti accusati di associazione di tipo camorristica, estorsione e riciclaggio. dalle indagini è emerso che il boss Salvatore D’Amico avesse creato, attraverso prestanome, una società attraverso la quale facendo fatture false faceva le estorsioni agli imprenditori della zona Orientale di Napoli. ma ad inizio del dibattimento Cianniello ha preso la parola e ha chiesto di voler fare dichiarazioni spontanee nel corso delle quali ha manifestato la sua volontà di iniziare a collaborare con la giustizia. Alla luce di ciò il processo è stato rinviato al prossimo 23 gennaio. E ora si attendono gli sviluppi e soprattutto di conoscere le dichiarazioni che farà il neo pentito sia nell’ambito di questo processo sia sui legami tra i D’Amico e i Mazzarella e la faida in corso con i Rinaldi-Reale e le altre famiglie associate nella zona di san Giovanni a Teduccio.
Articolo pubblicato il giorno 21 Dicembre 2018 - 09:27