Quella 2018/2019 è una stagione rivoluzionaria per la Serie A. I cambiamenti introdotti dalla FIGC per questo campionato sono stati tantissimi, dai protocolli VAR ai calendari. Questi ultimi, in particolare, hanno visto l’introduzione di un boxing day sullo stile di quello della Premier League inglese, aggiungendo una giornata di partite proprio a Santo Stefano e, infine, il 29 dicembre. Non ci si ferma durante le festività dunque, con l’obiettivo di portare più gente allo stadio e di far concludere il girone d’andata entro l’anno solare per poi riprendere a gennaio (weekend del 19 e 20 gennaio 2019) direttamente con la prima giornata di ritorno.
In questo modo slitta la sosta invernale e, di conseguenza, cambiano anche le date del calciomercato per la gioia di allenatori e addetti ai lavori che da anni invocavano una riforma in questo senso. Le società, infatti, non gradivano il fatto che si potesse giocare con la sessione di calciomercato ancora aperta: troppe fonti di distrazione per i club e gli stessi calciatori, che magari si potevano ritrovare ad affrontare una squadra con cui di lì a poco sarebbero andati a giocare. Ma non solo. La richiesta è stata ascoltata e quindi già in estate la campagna acquisti per l’Italia si è conclusa il 17 agosto alle ore 20, ovvero alla vigilia della prima giornata di Serie A. Stessa cosa accadrà a gennaio quindi, con la finestra per gli affari che andrà dal 3 gennaio 2019 alle ore 20 del 18 gennaio 2019.
Dopo quel termine sarà possibile lavorare solamente sui calciatori senza contratto oppure impostare gli affari per l’estate 2019 o piazzare altre cessioni di calciatori in esubero verso campionati che, a differenza di quello italiano, avranno ancora la sessione di mercato aperta fino a fine gennaio o anche oltre. Una situazione comunque anomala, che anche in estate ha creato qualche problema e diverse polemiche. In molti hanno chiesto infatti un intervento dell’Uefa per uniformare le durate delle sessioni di calciomercato almeno nei principali campionati europei. In attesa di provvedimenti, la situazione è quella che vi abbiamo illustrato.
Non aspettiamoci grossi movimenti o fuochi d’artificio, comunque. A meno di clamorosi colpi di scena, la sessione di gennaio è storicamente una campagna di aggiustamento in cui le società lavorano per puntellare le rose a disposizione dei propri tecnici con pochi innesti, mirati e soprattutto low-cost. A meno che non si presentino delle vere e proprie occasioni o ci siano esigenze fuori dall’ordinario.
Non dovrebbe dunque fare eccezione il Napoli di Aurelio De Laurentiis che dopo l’eliminazione dalla Champions League ha meno spazio per grandi manovre a metà stagione. Mentre si cercheranno di impostare in ottica estiva alcune operazioni per giovani talenti importanti, da Tonali a Barella, molto dipenderà da quello che accadrà in uscita. Su Koulibaly, infatti, è fortissimo il pressing del Manchester United (e non solo): una sua partenza (per oltre 100 milioni di euro) aprirebbe una falla in difesa e spiragli per grandi acquisti anche in altri reparti. Vanno tenute d’occhio, inoltre, le situazioni relative a Hysaj nel mirino del Chelsea, Marek Hamsik, con le voci sulla Cina che tornano d’attualità, e Arek Milik, che potrebbe trovare spazio altrove. In caso di addio del polacco, il sogno (quasi) impossibile resta Cavani, l’ipotesi più concreta il connazionale Piatek del Genoa.
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