Sulla prescrizione “non decidono giudici e avvocati”, il Parlamento “è sovrano e decide liberamente”. Così il ministro della Giustizia in un’intervista al Corriere della Sera. La riforma della prescrizione, spiega il Guardasigilli, “era prevista nel contratto di governo, collegata a nuovi investimenti nel settore giustizia. Non appena, con la manovra, sono stati stanziati 500 milioni da spendere per nuove assunzioni abbiamo introdotto il blocco della decorrenza della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, che chiedevamo da tempo. Con l’accortezza di farla entrare in vigore dal 2020, per avere il tempo di approvare anche le norme che renderanno più rapida la celebrazione dei processi”. “Questa norma servirà da stimolo per le altre”, evidenzia Bonafede che non condivide affatto il parere del Consiglio superiore della magistratura secondo cui il blocco definitivo dopo la sentenza di primo grado inciderà poco. “Ho chiesto io quel parere, ma non lo condivido -sottolinea-, e alla fine il Parlamento è sovrano e decide liberamente. E non è vero che non ascolto le opinioni altrui; lo slittamento dell’entrata in vigore al 2020 l’ho proposto io dopo aver incontrato gli avvocati, che sono sempre stati contrari, e i magistrati che inizialmente erano favorevoli ma poi hanno mostrato perplessità”.
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