La criminalità organizzata gestita dai ‘baby boss’. È questo il tema del nuovo reportage investigativo di David Beriain, il documentarista spagnolo che con la sua serie ‘Clandestino’ indaga da anni sui meccanismi e i codici dei più grandi cartelli del narcotraffico mondiale, intervistando i diretti protagonisti. Il reportage, intitolato ‘Baby camorra’ va in onda domani in prima tv assoluta sul Nove di Discovery Italia, alle 21,25. Beriain con la sua troupe si è spostato in Italia, a Napoli, dove ha potuto incontrare i capi della nuova camorra, giovanissimi poco più che adolescenti dal grilletto facile. Di questa realtà Beriain ha avuto modo di discutere in un colloquio blindato anche con Roberto Saviano, lo scrittore de La paranza dei bambini, e insieme hanno cercato di analizzare il fenomeno per capire quali siano le nuove dinamiche che regolano queste vite criminali, interrogandosi se e come si possano proporre delle alternative a questi ‘talenti sprecati’.”Quello che mi ha sempre colpito di questi ragazzini è il talento” afferma Saviano: “Tu immagina a 15 anni gestire il traffico di coca. È come dire a un ragazzino di 15 anni ‘domani devi gestire un centro commerciale o una piccola fabbrica’ – spiega – E ci riescono. A volte li guardo, li ascolto e penso: ‘se avessero avuto un’altra strada? Se avessero impegnato il loro talento in altro? Cosa avrebbero generato?'”. I fili del racconto che porta Beriain in viaggio dalla Spagna all’Italia, si intrecciano con altri incontri: il pentito Maurizio Prestieri, ex boss del clan Di Lauro che vive sotto scorta da anni, il sacerdote Aniello Manganiello, parroco di Scampia dagli Anni 90, che si rifiuta di dare i sacramenti ai camorristi, la mamma di Arturo, adolescente ridotto in fin di vita senza una ragione da quattro baby criminali, l’ex camorrista Bruno Mazza, al soldo del boss Alfredo Russo, che dopo la galera ha cambiato vita e si batte per il recupero dei giovanissimi del Parco Verde.
Articolo pubblicato il giorno 4 Dicembre 2018 - 11:49