Lasciati per giorni con le piaghe da decubito, sedati per tenerli calmi, oppure abbandonati a se stessi anche se incapaci di deambulare, nutriti male e poco, lavati ancora meno. Erano trattati cosi’ gli anziani ospiti della casa di riposo “La Collina” di Mondaino, dove in mattinata hanno fatto irruzione i carabinieri del Nas di Bologna che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza del gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, su richiesta del sostituto procuratore, Paolo Gengarelli. Due le persone arrestate: Maria Luisa Bulli 57 anni, proprietaria della casa di riposo, accompagnata dai militari in carcere a Forli’ e l’infermiere Riccardo Bruno 56 anni originario di Foggia, finito ai domiciliari. Indagati e colpiti da obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, anche cinque dipendenti; una 48enne di origine bulgara, un 33enne di Pesaro, un 27enne di Napoli, una 38enne albanese e un infermiere 52enne di origine senegalese. Per tutti, i reati contestati sono maltrattamento e abbandono di incapaci. Chi ha partecipato al blitz dell’operazione, denominata “la collina degli orrori”, ha raccontato che ancor prima di entrare nella struttura si sentiva un forte olezzo di escrementi umani. Gli anziani presenti erano 36, due sono stati ricoverati in Ospedale perche’ debilitati. Degrado, condizioni igieniche precarie, cattiva organizzazione del personale sostituito spesso perche’ non pagato, hanno portato anche al sequestro preventivo della struttura. L’indagine e’ partita a giugno da una segnalazione dell’Ausl alla quale si e’ aggiunta la testimonianza della figlia di un anziano ricoverato. I militari hanno appurato che almeno 50 anziani ospitati in struttura nell’ultimo anno e mezzo hanno dovuto far ricorso al Pronto Soccorso per lesioni causate da cadute accidentali. “E’ sulla persona di Maria Luisa Bulli che ricade l’ideazione, la programmazione e l’attuazione della condotta delittuosa – scrive nell’ordinanza il gip Cantarini – colei che ha fondato e dirige la casa di riposo”. Il carcere si giustifica non solo dalla condotta delittuosa “che si protrae da anni – si legge – ma anche e soprattutto in considerazione della sua pervicacia criminale, dimostrata nell’avere intrapreso tale condotta nonostante nel 2010, abbia subito una condanna in Appello per analoghi reati”. La struttura di Mondaino all’epoca della prima indagine era intesta alla madre della Bulli, ma furono indagati lei e il fratello. In Corte d’Assise a Rimini, a processo per la morte di una paziente, conseguente a maltrattamento, la Bulli fu condannata a 14 anni di reclusione. Pena che in Appello fu ridotta a 2 anni e 9 mesi. I giudici bolognesi abbassarono la pena per Bulli perche’ la morte di un’anziana ospite, alla quale la donna tappo’ il naso per farle aprire la bocca e costringerla a mangiare, fu giudicato un omicidio colposo. Infine stando al gip la consapevolezza della condotto criminosa e’ data dal fatto che la in queste ultime settimane lei e il fratello stavano tentando in tutti i modi di vendere la casa di cura. Negli ultimi mesi erano infatti arrivate diffide dal Comune di Mondaino e dall’Ausl.
Articolo pubblicato il giorno 13 Dicembre 2018 - 20:53