Quarant’anni per l’album di debutto di Vasco Rossi, inciso e pubblicato con la collaborazione di Gaetano Curreri e dei musicisti che nel 1978 lo accompagnavano. Era il 25 maggio e “…Ma cosa vuoi che sia una canzone…”, è il lavoro discografico da cui tutto è partito oltre ad essere una specie di mantra della sua “filosofia”. Vasco, con lo sguardo sempre attento alla società, ha scritto fin dal principio testi quanto mai attuali dai temi universali. E’ il caso de “La nostra relazione”, “E poi mi parli di una vita insieme”, “Ambarabaciccicocco’, “Ed il tempo crea eroi”. Venerdì 7 dicembre uscirà il cofanetto Sony Music (Legacy), in edizione limitata numerata, con contenuti esclusivi: “…Ma cosa vuoi che sia una canzone… R>PLAY Edition 40th”: il primo della “Serie R>PLAY” con cui la casa discografica inaugura una sezione celebrativa degli album da studio di Vasco Rossi. Questa è la prima di quattro pubblicazioni. La canzoni sono state rimasterizzate a 24bit/192KHZ, la migliore definizione attualmente possibile, partendo dai nastri master analogici di studio tramite trattamento termico, restauro e acquisizione in digitale, negli studi Fonoprint da Maurizio Biancani, che curò le registrazioni originali del disco e produsse alcuni album successivi come “Bollicine”. Pubblicato nel pieno dell’epoca dei cantautori “impegnati”, il disco era fuori dall’idea dell’iconografia del cantautore classico e Vasco era già dentro il rock: cosi arrivò un album fuori da ogni registro. “Un titolo provocatorio, chiaramente non amato dai discografici. Era il periodo delle canzoni dei cantautori, molti facevano dell’impegno politico lo scopo di vita, io invece non ero molto convinto. Le canzoni le scrivevo per divertirmi. E questa era un po’ la mia ironica presa in giro di quel tipo di cantautorato li” racconta Vasco Rossi.
Articolo pubblicato il giorno 24 Novembre 2018 - 13:49