Ieri sera una fiaccolata a Sala Consilina per ricordare Violeta. Un gesto di solidarietà della comunità di Sala Consilina per ricordare la 32enne di origini rumene morta in seguito alle ustioni riportate nel corso di un violento incendio, appiccato dal suo compagno e che aveva coinvolto la casa dove abitava Sala Consilina. Intanto per domani è stato fissato l’esame autoptico sulla salma. Intanto in queste ore la deputata del M5S Anna Bilotti, ha ritenuto opportuno, oltre che farsi promotrice di un intervento istituzionale presso il Governo, di visitare la famiglia di Violeta così duramente colpita da una tragedia. Ha incontrato la nonna dei tre figli della sfortunata donna e la responsabile del centro anti violenza. Per la morte della 32enne gravi indizi di colpevolezza gravano sul suo compagno Gimino Chirichella. L’uomo, un operaio di Sala Consilina, al momento è in stato di fermo ed è indagato per omicidio. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia il presunto responsabile dell’efferato delitto si è avvalso della facoltà di non rispondere. II Gip non aveva convalidato il fermo non sussistendo il pericolo di fuga ma aveva predisposto per l’arresto cautelare dell’uomo che re stava piantonato in una stanza dell’ospedale di Potenza dove anch’egli era stato ricoverato in seguito ad ustioni. Gli abitanti hanno promosso una colletta per venire incontro alle esigenze economiche della mamma della vittima che, al momento, si sta prendendo cura dei tre figli rimasti orfani della mamma Le indagini dei carabinieri della locale Compagnia diretta dal Capitano Davide Acquaviva hanno permesso, attraverso vari riscontri e testimonianze di tracciare un quadro che vede il Chrichella verosimile autore di un femminicidio.
E’ nata la Consulta delle donne del Vallo di Diano, composta dalle Consigliere comunali che in una lettera aperta hanno chiesto scusa all’ennesima vittima. “Abbiamo fallito. – scrivono – Le nostre azioni non sono arrivate a te perché alle donne non servono solo parole, servono gesti concreti che arrivino dentro le case, soprattutto quando da quelle case non possono far uscire il marcio che vi si rinchiude. Abbiamo fallito tutti e a più livelli: la famiglia e i legami amicali, nessuno ha percepito tanto livore? La scuola: nessun docente o compagno di scuola ha percepito un disagio dei figli o della madre? Gli Enti comunali, sovra-comunali e di settore che attraverso i vari canali di assistenza non hanno mai intercettato il disagio di questa donna? Le forze dell’ordine che in nessun’altra azione hanno visto la brutalità di quel mostro? I cittadini, che poi sono un vicino, un datore di lavoro, il proprietario dell’abituale negozio dove si fa la spesa, non hanno sentito quel dolore? Abbiamo fallito tutti”, si legge nella nota della consulta che amaramente si esprime per un altro femminicidio commesso nel comprensorio del Vallo di Diano e precisamente a Sala Consilina. Da tre anni Gimmino e Violeta Mihaela Senchiu, convivevano e avevano un bambino più altri due di lei avut da un precedente rapporto. Lui, operaio del Consorzio di Bacino, lei, trentatdue anni, originaria di una paesino della Romania e perfettamente integrata nella realtà della città capofila della provincia di Salerno. Vivevano insieme in un appartamento di una palazzina tra Sala Consilina e Sassano, la stessa palazzina che ha sconvolto Vallo di Diano. Violeta è arrivata in Italia, a Sala Consilina, circa nove anni fa e a Sala vive anche sua madre. Circa tre anni fa ha conosciuto Gimmino ed è andata a vivere con lui. Non ci sono denunce per episodi di violenza, o comunque avvisaglie che potevano far presuppore il tragico epilogo di sabato. Gimmino è già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti. È stato, infatti, arrestato nel corso del tempo per violenza, detenzione di materiale esplosivo, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. In un caso ha minacciato alcune persone del suo luogo di lavoro il consorzio di Bonifica con del materiale esplosivo. Gli inquirenti hanno ricostruito i suoi movimenti prima dell’arresto grazie a immagini di telecamere e testimonianze varie e sono gravi gli indizi a suo carico. È accusato così di femminicidio. Non è il primo delitto con vittima una donna nel Vallo di Diano. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello di Isabella Panzella. La donna, una sessantenne di Pertosa, fu strozzata e lasciata priva di vita lungo la strada. L’inchiesta è stata archiviata perché il principale sospetto, il fratellastro, è deceduto per cause naturali pochi mesi dopo il delitto. Ma restano diversi dubbi su quanto avvenuto come l’eventuale presenza di altre persone. È stato condannato a 21 anni, invece, l’assassinio di Olena Tonkoshkurova, sgozzata a Polla. A uccidere l’ucraina che di lavoro faceva la massaggiatrice è stato il connazionale Dmytro Zastavnetskyi. Questi dopo averle tagliato la gola per motivi passionali ha dato fuoco all’abitazione ma è stato scoperto e arrestato nel giro di poche ore.
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