Ha confessato di aver ucciso un uomo perche’ sospettato di essere un pedofilo, un algerino di 38 anni che viveva a Napoli, nei pressi di piazza Mercato e “dava fastidio ai ragazzini”. Una donna si era rivolta al boss: “Quello ha violentato un 12enne”, aveva detto. Era l’8 giugno 2015 quando Abdel Chafai e’ stato attirato in trappola in una casa di Poggioreale, quartiere nella zona orientale della citta’. Il ‘tribunale della camorra’ aveva deciso e cosi’ dopo un breve interrogatorio fu ucciso con due colpi di pistola, il corpo messo in una busta di plastica e dato alle fiamme in una discarica vicino Napoli. Questa mattina il gip del Tribunale di Napoli, Chiara Bardi, ha condannato il boss che sparo’, Salvatore Maggio, ora pentito, a 12 anni di carcere, e il suo braccio destro che si occupo’ di far sparire il cadavere, Salvatore Sembianza, a 18 anni di carcere. Quest’ultimo ha confessato il delitto e non ha avuto la condanna a 30 anni che il pm della Dda, Francesco De Falco, aveva invocato. Era difeso dagli avvocato Francesco Buonaiuto e Diego Pedicini. Sembianza e’ stato condannato per un altro omicidio, quello di Pasquale Grimaldi, il 19 giugno del 2006. La svolta nelle indagini e’ arrivata dopo le dichiarazioni di Maggio dello scorso anno perche’ dell’algerino, del cui corpo e’ stato solo qualche parte, non si sapeva nulla. Impossibile arrivare a ricostruire il movente del delitto perche’ si era alzato un muro di omerta’. Nel 2015 Maggio era uno dei boss della zona di piazza Mercato e aveva dato la caccia ai nemici del clan Mazzarella, che in quel periodo avevano subito la pressione investigativa e quindi perdevano potere e aderenza sul territorio.
Articolo pubblicato il giorno 12 Novembre 2018 - 23:12