La quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli ha emesso la sentenza nei confronti di tre napoletani accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa agli anziani. Reato tanto diffuso ultimamente, ed altrettanto odioso perché va a fare leva sulla sensibilità e la fragilità delle persone anziane. I fatti si erano svolti durante il 2016 nella provincia di Campobasso, ed un episodio aveva visto coinvolto anche un anziano signore di Sorrento, che in casa sua, al parco Cinzia si era visto “spillare” quasi 600 euro con la solita , ma efficace, scusa dell’anticipo per le spese legali per risolvere un fantomatico incidente stradale subito da un prossimo congiunto.
Ebbene, i tre uomini sapevano essere talmente convincenti da farsi consegnare il denaro senza neanche tanti sforzi. Bastava fare una chiamata e fingersi avvocato o maresciallo dei carabinieri, chiedere una somma di denaro, quasi sempre nella disponibilità degli ignari anziani, e dire che di lì a poco sarebbe passato un proprio incaricato, che la truffa era consumata. Ad incastrare i quattro uomini (per uno di loro si è proceduto separatamente) le telefonate intercettate sulle loro utenze “citofono”. Le condanne in primo grado, col rito abbreviato, avevano sfiorato i 6 anni. Tutte confermare oggi dalla corte d’appello di Napoli, tranne che per il sessantenne A.A. di Napoli, che assistito dalla penalista stabiese Olga Coda si è visto ridurre la pena di 2 anni.
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