Cronaca Giudiziaria

Traffico di rifiuti e clan in sette comuni della Campania: indagati amministratori pubblici

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Napoli. Indagine della Dda su traffico di rifiuti e infiltrazioni dei clan nelle ditte: i carabinieri per la Tutela dell’ambiente, delegati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, hanno eseguito perquisizioni negli uffici di sette comuni campani, di alcuni amministratori pubblici e nelle sedi di due società “in house”, rispettivamente della Regione Campania e della Città Metropolitana di Napoli. Sarebbero indagati amministratori pubblici, dirigenti, funzionari e tecnici tra Caserta, Aversa, Cardito, Casandrino, Sant’Arpino, Recale e Casalnuovo, comuni che si trovano tra il Casertano e il Napoletano, e anche nelle società Campania Ambiente e Servizi e Sapna. L’attività di indagine, costituita da più filoni poi convergenti, è nata circa un anno fa e non risulta legata ai recenti gravi roghi che hanno interessato alcuni siti di stoccaggio.
Il procuratore Giovanni Melillo attraverso una nota ha spiegato che le attività d’indagine puntano a fare luce, tra l’altro, su traffici organizzati di rifiuti frutto “di una vasta e ramificata attività di illecito condizionamento delle funzioni pubbliche”, con particolare riferimento “alla gestione degli appalti dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento”. Appalti che potrebbero essere stati affidati, anche a imprese in odore di camorra, attraverso un “condizionamento delle aggiudicazioni e delle scelte di pubblici amministratori e funzionari”. Perquisizioni sono state eseguite anche a casa e nello studio del sindaco di Caserta Carlo Marino, e a Palazzo Castropignano, sede del Comune, dove sono entrati in azione almeno 40 carabinieri coadiuvati da un consulente informatico. I militari hanno acquisito atti e portato via computer, hard-disk, ma, soprattutto una abbondante documentazione riguardante la gara d’appalto della raccolta dei rifiuti solidi urbani, attualmente ferma all’Asmel (Centrale Unica di Committenza, ndr), e gli atti e le delibere sul biodigestore, l’impianto per il trattamento dei rifiuti umidi che dovrebbe sorgere in località Ponteselice, a poco più di un chilometro dalla Reggia di Caserta; i militari che hanno perquisito anche gli uffici dell’ex dirigente Marcello Iovino, oggi consulente del Comune, e del dirigente del settore ambiente Giuseppe D’Auria, hanno acquisito anche la documentazione relativa all’installazione delle casette dell’acqua. La gara per l’affidamento della raccolta rifiuti è partita solo qualche mese fa, in ritardo rispetto alla scadenza del precedente appalto, a causa di intoppi e pasticci burocratici, come l’iniziale “errata” adesione del Comune proprio all’Asmel; l’adesione era infatti avvenuta con deliberazione di Giunta, e non con quella del Consiglio Comunale. Il Comune ha così concesso la proroga all’azienda che ha gestito la raccolta nel precedente quinquennio, l’Ecocar, peraltro colpita da interdettiva antimafia.


Articolo pubblicato il giorno 13 Novembre 2018 - 21:50

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