“La chiusura della medicina nucleare del Cmo determinera’ danni a lungo termine non quantificabili”. E’ il grido d’allarme di 40 medici che hanno sottoscritto un appello pubblico per sostenere il Cmo di Torre Annunziata. La lettera, inviata a diversi ministri e agli enti locali e regionali, punta a sensibilizzare le istituzioni e a accendere nuovamente i riflettori su una vicenda che ha causato il licenziamento di circa 70 persone nelle scorse settimane. “Siamo professionisti della sanita’, uomini e donne con eta’, specializzazione ed esperienze lavorative diverse – e’ scritto nella lettera – la nostra caratteristica comune e’ il Cmo. Al di la’ della questione amministrativa legale a noi preme far conoscere la valenza sanitaria e scientifica del Cmo per la sanita’ campana e non solo. Oltre 150mila pazienti e 600mila prestazioni l’anno, il 20% di questi che raggiunge Torre Annunziata da diverse regioni d’Italia, soprattutto per quanto riguarda la medicina nucleare con apparecchiature PET di ultimissima generazione”. La lettera e’ stata inviata al Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio, al ministro della Salute Giulia Grillo, al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ai parlamentari del collegio Luigi Gallo e Virginia La Mura, al presidente della Regione De Luca, al presidente della Commissione Sanita’ regionale Stefano Graziano, al sindaco della Citta’ Metropolitana Luigi De Magistris e al sindaco Vincenzo Ascione.
“Nei mesi scorsi – e’ scritto nella lettera – al Cmo era attivo un fitto programma di prevenzioni gratuite da quella oncologica a quella di malattie croniche, che ha accolto un numero sempre crescente di pazienti. Proprio grazie alla prevenzione sono tantissimi i casi di persone che hanno scoperto malattie in tempo, riducendo le ospedalizzazioni e migliorando la qualita’ della vita di tanti pazienti. Attualmente nella struttura posta sotto sequestro ci sono due Pet e che naturalmente non possono essere utilizzate. Considerando che nella Asl di appartenenza sono tre quelle autorizzate, stiamo assistendo alla perdita di oltre il 50 % di esami da effettuare”. Un situazione grave gia’u’ deficitaria in partenza visto che “presso questa Asl il fabbisogno della popolazione richiede quattro pet. La chiusura della medicina nucleare del Cmo mette in seria crisi il sistema per la diagnosi ed il follow up del paziente oncologico, abbandonato cosi’ al dolore e alla paura e con la speranza negata della vittoria nel gioco tra la vita e la morte”. La lettera si conclude con un appello. “Confidiamo nella Giustizia e chiediamo la vostra attenzione perche’ pretendiamo che un’eccellenza della buona sanita’ come il CMO venga salvata e salvaguardata per la popolazione ed i tanti pazienti e per non costringere tanti giovani professionisti ad abbandonare il nostro territorio e, come ennesimi cervelli in fuga, arricchire di professionalita’ paesi a noi lontani”.
Articolo pubblicato il giorno 22 Novembre 2018 - 19:03