Ha cercato di corrompere i carabinieri che erano andati nella sua abitazione, dove era agli arresti domiciliari, perché facessero un controllo meno accurato. E per il boss dei narcos dei Monti Lattari, Antonino Di Lorenzo detto o’ lignammone si sono aperte di nuovo le porte del carcere di Secondigliano. Lo ha deciso la Procura di Torre annunziata dopo l’informativa redatta dai carabinieri che nei giorni giorni avevano messo in atto una serie di controlli tra Gragnano, Casola e Lettere nelle abitazioni dei narcos che si trovano ai domiciliari. In quel contesto era stato arrestato uno dei suoi fedelissimi Giovanni Palumbo detto o’ pazzo trovato con un ingente quantità di droga in casa che aveva cercato di gettare dalla finestra alla vista dei carabinieri. E Di Lorenzo invece aveva cercato di corrompere i carabinieri offrendo soldi in cambio della classica “chiusura di occhi”. Il boss del fumo dei Lattari è stato al centro di numerose inchieste e arresti in questo ultimo anno. Per due volte è stato arrestato ed è finito ai domiciliari. Da ieri però è di nuovo dietro le sbarre ma questa volta per il tentativo di corruzione.
Articolo pubblicato il giorno 26 Novembre 2018 - 08:36