Dalle indagini dei finanzieri su appalti e corruzione nell’Ospedale del Mare di Napoli e in alcuni presidii dell’Asl Napoli 1 Centro (stamattina sono finiti ai domiciliari un funzionario pubblico, quattro componenti una famiglia di imprenditori e un loro stretto collaboratore) e’ anche emerso che su un appalto era stato applicato un ‘ricarico’ stimato in circa 250mila euro. Le ditte di intermediazione coinvolte, riconducibili alla famiglia Dell’Accio ma intestate a prestanome, avevano un contratto di esclusivita’ con la societa’ che produce gli apparecchi elettromedicali (endoscopi, broncoscopi e altri macchinari della stessa tipologia) che poi venivano venduti all’Asl Napoli 1 Centro a prezzi maggiorati. In precedenza il rapporto era invece diretto, cioe’ tra Asl e ditta produttrice. Il tutto veniva poi anche agevolato dal fatto che due delle persone arrestate sono risultate sentimentalmente legate e proprio per celare questa relazione, secondo quanto emerso dalle indagini, le aziende erano state intestate a prestanome. L’attivita’ investigativa, che ha preso il via all’inizio del 2017, con alcune perquisizioni dei finanzieri proprio nell’Ospedale del Mare, e’ stata portata avanti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e i primi approfondimenti sono stati condotti dalla Guardia di Finanza secondo le linee guida dell’Anac. Il sistema, secondo l’accusa, era fondato sui vantaggi corruttivi della dirigente amministrativa Loredana De Vico e di alcuni dipendenti della stessa amministrazione. Infine un medico di una struttura dell’Asl Napoli 1 Centro e’ indagato per corruzione.
Articolo pubblicato il giorno 22 Novembre 2018 - 15:35