Scafati. Esponente di spicco del clan Aquino-Annunziata, broker di numerose partite di cocaina, decide di collaborare con la giustizia e rivela oltre ai rapporti con la cosca di narcotrafficanti di Boscoreale, i legami con esponenti politici della città di Scafati e in particolare con l’ex sindaco Pasquale Aliberti. Il suo nome è Massimo Fattoruso, il neo pentito della camorra locale, che entra di fatto con le sue dichiarazioni nel processo in corso al Tribunale di Nocera Inferiore nei confronti dell’ex primo cittadino, della moglie Monica Paolino, del fratello Nello Maurizio Aliberti, Roberto Barchiesi, Giovanni Cozzolino, Ciro Petrucci e Andrea Ridosso per scambio di voto. Nell’udienza di ieri, il pubblico ministero Vincenzo Montemurro ha dato avviso del deposito di due verbali di interrogatorio del 15 marzo 2018 e dell’8 ottobre 2018 di Massimo Fattoruso, il 41enne, pregiudicato – già coinvolto in un processo per traffico di cocaina dall’Olanda e esponente del clan Aquino-Annunziata. Fattoruso, dopo la barbara uccisione del fratello Francesco, titolare di un sexy shop a Scafati – trovato carbonizzato nella sua auto nel marzo 2014 tra Boscoreale e Poggiomarino – ha deciso di collaborare con la giustizia. Nonostante non avesse più pendenze giudiziarie dopo aver scontato una lunga condanna per traffico di stupefacenti, il 41enne ha temuto per la sua vita: il clan voleva eliminarlo. Spalluzzella, questo il soprannome di famiglia, era organico alla cosca di Boscoreale al cui vertice c’è il narcotrafficante Alfonso Annunziata, con ruoli molto delicati. Formalmente commerciante come il fratello Francesco, era da poco uscito dal carcere quando ha dovuto assistere alla barbara uccisione del congiunto che – secondo alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Alfonso Loreto – è stato eliminato proprio da esponenti del clan Aquino-Annunziata. Ma Fattoruso non conosce solo le dinamiche criminali dell’area a cavallo tra le province di Napoli e Salerno, ma anche retroscena della vita politica della sua città: Scafati. Nel verbale illustrativo redatto a partire dai primi mesi di quest’anno ha fatto rivelazioni anche su Angelo Pasqualino Aliberti, prima politico di lungo corso e poi sindaco di Scafati. “Confermo i rapporti – dice al pm Montemurro che lo ha interrogato il 15 marzo scorso, alla presenza degli ufficiali della Dia di Salerno – tra la mia persona, esponente di spicco dell’organizzazione camorristica Aquino-Annunziata e Pasquale Aliberti. In particolare, c’era un patto politico-elettorale camorristico tra noi in relazione alle elezioni politiche del 2004 (Provinciali), dell’anno 2008 (Comunali), del 2009 (Provinciali) e dell’anno 2010 (Regionali). Il nostro gruppo ha sempre appoggiato Pasquale Aliberti in ogni competizione elettorale cui lo stesso è risultato candidato: analogo discorso per la moglie Monica Paolino”. Fattoruso offre agli inquirenti una panoramica criminale e politica della città di Scafati, dopo il clan Aquino-Annunziata ha sempre avuto – storicamente – una forte influenza per la contiguità territoriale e per affinità malavitose. Il neo collaboratore di giustizia, ritenuto dagli inquirenti molto attendibile, ha rivelato i rapporti che la sua famiglia gli ‘spalluzzella’ hanno sempre avuto con Aliberti, tanto che in ogni campagna elettorale sia Massimo che Francesco, il fratello hanno spesso incontrato Pasquale Aliberti per ribadirgli il sostegno elettorale nella città di Scafati. “Gli incontri con Pasquale Aliberti – dice Massimo Fattoruso – avvenivano, per quanto riguarda mio fratello Francesco, presso l’abitazione di mio fratello, mentre io il primo incontro nel 2003 lo ha avuto al bar Nappo, nella zona San Pietro, di proprietà di Vincenzo Nappo, alias ‘o nonno, persona di fiducia di Franchino Matrone ‘a belva”. Massimo Fattoruso racconta che in occasione delle diverse tornate elettorale è sempre stato vicino all’ex sindaco, prima consigliere comunale e provinciale. “Per gli altri incontri, in occasione delle provinciali – dice Fattoruso – ricordo che alcuni avvennero all’interno del suo comitato elettorale in Scafati, incrocio con via Tricino/Via Passanti”.
Le rivelazioni del neo pentito sono entrate di fatto nel processo in corso a Nocera Inferiore, ma rappresentano anche un nuovo capitolo sul quale indagare della storia politica e criminale di Scafati e dei paesi limitrofi. Le dichiarazioni di ‘spalluzzella’ sono al vaglio dell’antimafia salernitana e napoletana.
Rosaria Federico
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