“Il mio bilancio a Napoli? Il dato più visibile è quello numerico: presi una squadra che aveva chiuso il campionato precedente a 64 punti e l’ho lasciata in estate che aveva raggiunto quota 91: più di questo sinceramente non potevo fare”. Così il tecnico del Chelsea Maurizio Sarri in un’intervista rilasciata oggi alla Gazzetta dello Sport, rievocando il periodo sulla panchina dei partenopei. “Per non parlare – ha aggiunto – dell’eredità personale, nel rapporto con la città e con la sua gente: io dal Napoli non mi staccherò mai, e sono onorato che mi abbiano paragonato al Napoli di Vinicio che negli anni ’70 fu tra le prime a viaggiare nel futuro del calcio”. A De Laurentiis “non ho nulla da dire, posso solo ringraziarlo per avermi regalato la più grande soddisfazione della mia vita: allenare il Napoli, la squadra del mio cuore e delle mie origini. Sicuramente – ha proseguito Sarri – è stata un’avventura magnifica, che non può essere cancellata da un congedo finale un po’ così”. Quindi una battuta sulla stagione di Serie A in corso: “Scudetto già assegnato alla Juventus? La squadra di Allegri quest’anno ha una priorità: vincere la Champions League. E questo alla fine potrebbe rivelarsi un piccolo vantaggio per la concorrenza. Sui cori razzisti concordo al cento per cento con Ancelotti nel fermare le partite: penso di essere stato il primo allenatore a dire all’arbitro di intervenire in uno stadio che offendeva i napoletani”, ha aggiunto il tecnico dei londinesi.
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