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Sant’Anastasia. Presentazione del romanzo della Buccarelli al London Park

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E’ stato il poeta Giuseppe Vetromile, ideatore degli incontri poetici e letterari al “London Park”, a mettere in luce l’anima dell’autrice Cristiana Buccarelli rivelata tra le righe del suo primo romanzo dal titolo โ€œIl punto zenitโ€.
Il London Park, al parco pubblico di via Libero Grassi di Sant’Anastasia, per piรน di un’ora si รจ prestato a creare la cromatica atmosfera di una Napoli degli anni ’70 percorsa dai protagonisti dell’opera in cerca di certezze tra le strade, i palazzi storici ed i luoghi di ritrovo artistici. Napoletana da pochi anni, Cristiana Buccarelli arriva in cittร  da Vibo Valentia e conduce laboratori e stage di scrittura narrativa sia a Napoli che in Calabria. Ha pubblicato tre anni fa il libro di racconti โ€œGli spazi invisibiliโ€ e di recente lโ€™opera โ€œIl punto Zenitโ€, entrambi presentati al Festival italiano di letteratura Leggere&Scrivere.
โ€œHo conosciuto il poeta Giuseppe Vetromile allโ€™interno di alcuni Festival campani di poesia e narrativa e lโ€™ho piรน volte incontrato nellโ€™ambiente della poesia e della narrativa partenopea, cosรฌ โ€“ spiega Cristiana Buccarelli – si รจ pensato insieme di far partecipare il mio romanzo alla sua bellissima rassegna London Park letterario da lui curata a Santโ€™Anastasia, una rassegna nata per la poesia ma tuttavia molto aperta alla narrativa nel suo complessoโ€™โ€™.
โ€œZenit โ€“ racconta l’autrice – รจ una parola che mi ha sempre affascinato e che ho voluto intendere nella mia narrazione in piรน di un senso. Prima di tutto con il significato stesso della parola araba, che significa โ€œdirezione della testaโ€ e che si ottiene guardando con il capo allโ€™insรน dal punto in cui ci si trova, in modo che lo sguardo sia perpendicolare alla superficie a cui si appoggiano i piedi, inoltre ho voluto trarre da questa parola un senso immaginario di misurazione temporale, mediano e irripetibile, a cui ogni cosa della vita precedente dei due personaggi protagonisti accorre e da cui ogni esperienza successiva allontana. La narrazione si apre in un caffรจ letterario chiamato โ€˜Lontano da doveโ€™, un luogo realmente esistito in via Bellini, che una dozzina di anni fa accoglieva giovani e non solo, particolarmente legati alla letteratura, alla poesia, al jazz e al teatro. Si รจ trattato di una specie di rifugio per la mia generazione, nata negli anni Settanta, che si รจ trovata a dover vivere un crollo assoluto di certezze. Il mio libro racconta proprio questa generazione che vive i trentโ€™anni allโ€™inizio del terzo millennio e difficilmente riesce a radicarsi in qualcosa di stabile, di definitivo, che non sia destinato a naufragare attraverso il sabotaggio della vita stessa, divoratrice dei sentimenti piรน incontaminatiโ€. โ€œMi complimento con l’autrice e con l’organizzazione di questo incontro letterario che mi ha veramente colpito positivamente e auspico di poter essere ancora presente ad iniziative di cosรฌ ampio respiro culturale โ€“ dice l’assessore Bruno Beneduce – che costituiscono un vero baluardo nei confronti delle moderne forme di comunicazione, immediatamente fruibili ma certamente non paragonabili al piacere di interloquire personalmente in incontri e discussioni di tal genereโ€.


Articolo pubblicato il giorno 23 Novembre 2018 - 09:46

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