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Prima notte in cella per il giovane accusato di aver ucciso nel Pisano il 27enne originario del Salernitano

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E’ rinchiuso nel carcere Don Bosco di Pisa in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario l’uomo che da ieri pomeriggio é sospettato di aver ucciso a colpi di pistola Giuseppe Marchesano, il perito di 27 anni di San Miniato freddato a colpi di pistola nella sua abitazione di Montopoli Valdarno. Si tratta di un giovane anch’egli di 27 anni di Chiesina Uzzanese, in provincia di Pistoia, che conosceva da tempo la vittima. Resta ancora da chiarire il movente dell’omicidio, mentre per quello che riguarda l’arma del delitto, si sospetta che possa essere una pistola ritrovata nell’abitazione del giovane arrestato. Serviranno pero’ dei riscontri tecnici per accertare che l’arma sia proprio quella utilizzata per l’omicidio. I carabinieri faranno approfondimenti mirati su una pistola 357 Magnum, di recente acquistata da Danny Scotto, il 27enne fermato ieri per omicidio volontario dopo un interrogatorio di alcune ore. L’arma e’ compatibile con quella usata per l’omicidio di Marchesano. Il fermo di Danny Scotto e’ stato deciso, spiegano stasera i carabinieri per il pericolo di fuga e, in particolare, per i gravi indizi di colpevolezza. Secondo i carabinieri “a carico dell’indagato sono stati raccolti elementi a conferma della presenza sul luogo e nel momento del delitto” e “della disponibilita’ di un’arma da fuoco compatibile” con l’omicidio. “Gli accertamenti – concludono gli inquirenti – si basano sulla raccolta di elementi di fatto, compendiati da ulteriori contributi informativi: il soggetto fermato, dopo le formalita’ di rito, e’ stato accompagnato presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’autorita’ giudiziaria”. L’indagato, disoccupato, e’ originario di Pescia in provincia di Pistoia e risiede insieme alla madre e a un nonno molto anziano a Chiesina Uzzanese  Ha respinto ogni accusa nell’interrogatorio dove era assistito dagli avvocati difensori Chiara Gabrielli e Francesco Napolitano. Gli investigatori invece sono convinti che sia stato lui a uccidere il coetaneo per vecchie ruggini non ancora chiare. I due giovani erano stati amici ma da un anno i loro rapporti di conoscenza si erano molto ridotti. Nell’abitazione della vittima, i carabinieri della scientifica hanno acquisito reperti, anche biologici, e sono convinti che anche gli accertamenti scientifici potranno confermare le ipotesi accusatorie.


Articolo pubblicato il giorno 13 Novembre 2018 - 09:59
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