“Sono felice. Il differimento della legge al 2020 l’ho proposto io, dopo aver ascoltato gli addetti ai lavori. Come avevamo promesso nel contratto la prescrizione entrera’ nell’ordinamento insieme a un numero di assunzioni per la giustizia che non ha precedenti. Per spendere i 500 milioni stanziati nella manovra, un anno ci vuole”. Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Il ministro Bongiorno – spiega Bonafede – e’ un’interlocutrice preziosa. L’accordo politico prevede che approfittiamo di questo anno anche per scrivere la riforma del processo penale. Il governo avra’ la delega dal Parlamento con scadenza 2019 e io sono orgoglioso, perche’ la delega tocchera’ a me e scrivero’ la riforma ascoltando gli addetti ai lavori”. Tra Lega e Cinquestelle, assicura, “nessun braccio di ferro, Salvini ha detto che il governo mantiene gli impegni e io confermo che l’accordo politico unisce le due cose. Ma tecnicamente nella riforma rivoluzionaria che abbiamo chiamato spazza corrotti non c’e’ scritto che la prescrizione e’ condizionata all’entrata in vigore del processo penale”. “Il collegamento – sottolinea quindi – nella legge non c’e’, ma c’e’ nell’accordo politico. Questo non vuole dire che io non voglio fare la riforma del processo penale, vuol dire che la nuova norma sulla prescrizione entra in vigore a gennaio 2020”. “Nessun ritardo in favore dei leghisti sotto inchiesta – aggiunge -. Tra loro c’e’ Molinari, tra quelli con cui si e’ trovato l’accordo”.
Articolo pubblicato il giorno 10 Novembre 2018 - 08:42