L’anno scorso l’aveva picchiata alle gambe con una mazza da baseball, due sere fa aveva tamponato la sua auto. Ieri l’ha seguita, le ha strappato il cellulare e ha iniziato a picchiarla. Ma lo ha fatto in strada dove alcuni cittadini non sono rimasti fermi, anzi. Hanno chiamato il 112 e hanno cosi’ consentito di far arrestare lo stalker che da tre anni perseguitava la sua ex. E’ accaduto a pochi chilometri da Napoli, citta’ dove le donne vittime di violenza potranno chiedere aiuto anche grazie ad uno smartwatch. Le violenze sulla donna di 38 anni duravano da tanto, da quando aveva deciso di lasciare il compagno con il quale dieci anni fa aveva avuto una figlia. Mai nessuna denuncia, per la bimba e per paura. Poi, tre anni fa, quando il compagno, un 32enne di Castel Volturno, e’ uscito dal carcere dove era detenuto per rapina, ha deciso di cambiare vita, di lasciarlo. E da li’, da quel giorno, sono iniziate le minacce, le violenze, le persecuzioni. Ieri, pero’, la vittima e’ stata aiutata da alcuni passanti che in via Campana, a Pozzuoli (Napoli), hanno assistito alla violenza, hanno chiamato i carabinieri e per il suo ex, ora ai domiciliari in attesa del giudizio direttissimo, hanno fatto scattare le accuse di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e rapina. Un aiuto, quello dei cittadini, risultato centrale. Un aiuto che nei prossimi giorni, proprio a Napoli, potrebbe anche arrivare da uno smartwatch di ultima generazione che, abbinato a un telefonino con applicazioni, consentira’ alle vittime di lanciare un allarme e, allo stesso tempo, di registrare e trasmettere immagini e audio che gli investigatori potranno poi acquisire come prove di reato. La nuova tecnologia, in dotazione dell’Arma dei carabinieri, e’ finanziata dalla Fondazione Vodafone e dall’associazione Woman Care Trust. Funziona cosi’: la vittima potra’ attivare la chiamata d’emergenza premendo un tasto o anche attraverso il movimento del braccio. La chiamata arrivera’ direttamente al Comando provinciale di Napoli dei Carabinieri dove ci saranno un carabiniere referente tecnico e un referente investigativo che rapportera’ all’Autorita’ giudiziaria. In centrale ci sara’ un monitor dedicato dove appariranno la geolocalizzazione e le informazioni necessarie. Per poter avere in dotazione lo smartwatch dovranno esserci situazioni di crisi comprovate e la disponibilita’ della vittima. “Questo strumento – ha spiegato il Generale di brigata Maurizio Stefanizzi, comandante della Legione Carabinieri ‘Campania’ – e’ stato fortemente voluto dall’Arma e dalla Procura distrettuale di Napoli con la finalita’ di assistere in modo concreto anche a distanza donne e soggetti deboli vittime di violenza”.
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