L’Ospedale San Paolo sempre più ostaggio della mala politica del presidente-commissario De Luca e sempre più vittima dell’inettitudine del Governo gialloverde”. Così Ciro Amante, responsabile del dipartimento Salute del movimento politico DemA, che interviene in merito all’agonia dell’unico nosocomio attivo nella zona ovest di Napoli, finito nel ciclone delle polemiche a causa della blitz dei Carabinieri del Nas che hanno rilevato la presenza dei batteri della legionella. “Come avevamo facilmente previsto – aggiunge Amante – continua la politica del tanto peggio (per i napoletani) e tanto meglio (per il governatore De Luca). Ormai appare chiaro che il suo scopo sia quello di smantellare il San Paolo per far posto ad un nuovo, enorme, ospedale da 177 milioni di euro, da costruire ovviamente a Fuorigrotta. Quindi nuovo consumo di suolo e cementificazione, tempi biblici di ultimazione dell’opera, costi che lieviteranno all’infinito”. Nel frattempo, al San Paolo il personale medico è costretto a fare i tripli salti mortali per far fronte ad una serie di “indecenze oltraggiose per la Città”, come le definisce Amante. Tra queste la mancata messa in funzione di una risonanza magnetica comprata mesi fa, la carenza cronica di personale medico ed infermieristico, turni massacranti per tutti gli operatori. “Crediamo che sia necessario salvare il nosocomio di Fuorigrotta e le decine di operatori che ogni giorno tentano di sopperire alle colpevoli mancanze di una politica che ha deciso di negare il diritto alla salute a decine di migliaia di napoletani che vivono e lavorano nella zona occidentale di Napoli. Come DemA siamo fortemente convinti che siano inutili altre colate di cemento – conclude Amante – e che il San Paolo vada potenziato e non condannato ad una lenta agonia”.
Articolo pubblicato il giorno 5 Novembre 2018 - 19:57