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Napoli, la cricca degli appalti negli ospedali, l’inchiesta si allarga: 33 indagati

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La Guardia di Finanza di Napoli ha notificato tra ieri e oggi 33 avvisi di conclusione indagini a 29 persone e 4 societa’ coinvolte nell’indagine della Procura della Repubblica di Napoli che sta facendo luce su un presunto sistema di corruzione nella sanita’ napoletana e non solo che ruota intorno a quattro aziende riconducibili ad alcuni componenti della famiglia dell’Accio. Coinvolta anche una dirigente dell’Asl Napoli 1 Centro. Nei giorni scorsi, i finanzieri hanno notificato sei misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di quattro componenti la famiglia Dell’Accio, la dirigente dell’Asl Napoli 1 Centro Loredana Di Vico e un collaboratore dei Dell’Accio. Sono 22 le procedure di affidamento di forniture che vengono contestate a vario titolo nell’avviso di conclusione indagini a firma del sostituto procuratore Valter Brunetti.  Tra i destinatari dei 33 avvisi di conclusione indagine notificati dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli figurano Loredana Di Vico, responsabile dell’unita’ operativa complessa acquisizione beni e servizi dell’Asl Napoli 1 Centro, preposta all’istruzione delle procedure per le forniture elettromedicali, gli imprenditori Vincenzo Dell’Accio, al quale la donna era legata da uno stretto rapporto, e suoi parenti, Rosario, Antonio e Claudia dell’Accio. Tutti erano stati gia’ raggiunti dalla misure cautelari degli arresti domiciliari. Avvisi di conclusione indagini anche nei confronti dei quattro rappresentanti delle societa’ Lga, Maflamed, Frag Hospital e Vicamed, alcuni dei quali risultati essere dei prestanome dei dell’Accio. Tra gli indagati spiccano un medico dirigente dell’ospedale San Giovanni Bosco e due dipendenti dell’unita’ operativa complessa gestione economico finanziaria informatizzata dell’Asl Napoli 1, che erano addetti alla liquidazione. I tre rispondono di corruzione per avere ricevuto regali dall’imprenditore Dell’Accio al fine di compiere atti contrari ai doveri d’ufficio. Tra i benefit che gli indagati avevano ricevuto figurano anche dei buoni da spendere presso una pasticceria di Napoli, un biglietto ferroviario Napoli-Torino e un soggiorno alberghiero in una suite. Tra gli indagati figurano anche dirigenti medici, ritenuti coinvolti in forniture di varie apparecchiature (colonne laparoscopiche, broncoscopi, colonne endoscopiche, sistemi di videoendoscopia, generatori, e strumentazione varia) per gli ospedali San Giovanni Bosco, Ospedale del Mare, Ascalesi, San Paolo, Loreto Mare di Napoli e per l’Azienda Ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano di Caserta.


Articolo pubblicato il giorno 28 Novembre 2018 - 20:21
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