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Napoli, contrabbando sigarette: 10 misure cautelari

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Questa mattina, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla procura di Napoli – Direzione distrettuale antimafia -, la guardia di finanza di Frattamaggiore ha eseguito 10 provvedimenti restrittivi della libertà personale, emessi dal gip del tribunale di Napoli. E’ stata disposta l’applicazione di 6 misure cautelari personali degli arresti domiciliari e 4 misure cautelari dell’obbligo di presentazione nei confronti di residenti nella provincia napoletana e ritenuti parte di diverse organizzazioni dedite al contrabbando di sigarette con base operativa ad Afragola, Cardito e Casoria. Secondo quanto emerso dalle indagini, 7 gruppi avrebbero gestito il commercio, operando in una situazione di sostanziale monopolio, in alcuni comuni dell’area nord della provincia partenopea per anni, almeno dal 2013.
In particolare, le fiamme gialle hanno ricostruito i flussi di approvvigionamento, scoperto depositi di stoccaggio, controllato i movimenti dei soggetti e accertato le modalità operative poste in essere anche nella fase della vendita al dettaglio. Nello specifico, i promotori dei gruppi criminali sono accusati di avere assunto da quel momento il ruolo di capi del contrabbando locale facendosi aiutare da diversi collaboratori per organizzare i punti di vendita, curare il trasporto delle sigarette e sorvegliare la zona. Al loro servizio anche una rete di venditori che hanno assicurato la continuità nella cessione al dettaglio e la capillarità del controllo dei territori. Una serie di cautele ed espedienti venivano messe in atto per sviare Inoltre spesso venivano cambiati i canali e i tragitti di rifornimento del prodotto, veniva operato il frazionamento dei trasporti, sostituite le auto le schede dei cellulari utilizzate per i contatti diretti con i fornitori. Sono stati sequestrati 51.163 chili di sigarette, 4 depositi, 4 autoveicoli e 10 cellulari. Durante le attività tecniche sono state individuate movimentazioni di contanti per circa 1.000.000 euro, il tutto per un valore nominale pari 10.000.000 euro e con un’evasione di accise accertata di 3.200.000 euro.


Articolo pubblicato il giorno 27 Novembre 2018 - 13:27
Redazione Cronaca

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