Napoli. ‘Comitati per il diritto all’ abitare’ e gente del quartiere hanno presidiato dalle prime ore del giorno un piccolo appartamento del centro storico di Napoli sui cui affittuari, un’anziana signora nota locandiera del centro storico e la famiglia della figlia, pendeva un ordine di sfratto. L’iniziativa rientra nella campagna ‘Magnammece ‘O Pesone’ (usiamo per cibo i soldi dell’affitto, ndr) i cui attivisti da tempo denunciano “gli effetti della ‘turistificazione’ che spinge proprietari a cacciare vecchi affittuari per trasformare i locali in strutture di accoglienza piu’ remunerative”. ”La signora Titina – spiegano in un comunicato i promotori della protesta – è un’anziana signora ma anche personaggio molto noto nel centro storico di Napoli, un tempo titolare di una piccolissima trattoria in via S.Chiara, oggi è in gravi difficoltà economiche e insieme alla famiglia di sua figlia è sotto sgombero dall’abitazione in cui storicamente vive nei pressi di vico Carrozzieri. Anche in questo caso siamo di fronte ad un multiproprietario che davanti alle difficoltà economiche della donna ha immediatamente ottenuto lo sfratto e poi ha rifiutato ogni conciliazione (ad esempio tramite il fondo della morosità incolpevole) probabilmente perchè più che recuperare le pigioni il suo interesse è destinare l’ennesimo appartamento del centro antico della città in casa vacanza (circa cinquemila appartamenti sono diventati case vacanza solo negli ultimi quattro anni in un processo totalmente deregolamentato). Uno degli effetti patologici della turistificazione che senza contrappesi e politiche per l’abitare rischia di desertificare i quartieri antichi della città della loro componente più popolare. Una corsa contro il tempo per la signora Titina per trovare una soluzione economicamente accessibile e non essere espulsa dopo decenni da un quartiere sempre più inospitale verso i suoi stessi abitanti a causa dell’incontrollato aumento delle locazioni e dell’assenza di un intervento pubblico a sostegno dei ceti in emergenza abitativa.
La solidarietà del vicinato e delle realtà che lottano per il diritto all’abitare ha dato però vita ad un presidio con molte decine di persone che per la seconda volta dopo luglio ha permesso a Titina di ottenere una mediazione e un nuovo rinvio fino alla fine di gennaio malgrado fosse stata concessa la presenza della forza pubblica per l’esecuzione coatta dello sfratto”.
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