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La Terra dei Fuochi come paradigma

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L’ennesima polemica scoppiata tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio riguarda un tema ormai di endemica attualità in Campania: lo smaltimento dei rifiuti. E’ ancora nel ricordo di tutti la grave situazione che si generò qualche anno fa quando Napoli e molte altre cittadine campane furono invase da cumuli di immondizia che portarono nel mondo un’immagine della Campania tale da suscitare sconcerto fuori dai confini e vergogna dentro. Fu sotto l’onda di questo scandalo di risonanza internazionale che si decise di costruire il termovalorizzatore di Acerra. E ci fu bisogno dell’intervento dell’Esercito per presidiare il sito, messo sotto tiro dai soloni di turno, capaci di innescare terrorismo culturale e scientifico, ma pronti poi a correre in soccorso del vincitore, in quel caso Berlusconi. Sia chiaro però che chi scrive non sottovaluta i pericoli connessi alle polveri sottili alle diossine, ai metalli pesanti comunque presenti nei siti ove funzionano – o meglio disfunzionano – i termovalorizzatori. Perché, sia chiaro ancora, è soprattutto un problema di buon funzionamento Questo deve garantire l’abbattimento di ogni inquinamento ambientale. Però per fornire una informazione adeguatamente equa dobbiamo anche ricordare ai lettori che i cumuli di immondizia che bruciano en plein air quotidianamente nelle nostre campagne sono certamente più dannosi e pericolosi. Se poi pensiamo agli incendi, quasi mai spontanei, dei siti di stoccaggio, abbiamo molto più da temere questi eventi piuttosto che gli effetti di ricadute particellari inquinanti emesse da un termovalorizzatore di ultima generazione ben funzionante. Cioè oggi bisogna avere la onestà intellettuale di riconoscere che gli estremismi intellettualoidi e parascientifici di certi ambientalisti d’attacco – ma anche d’accatto – hanno fatto il loro tempo. E ciò si può affermare senza tema di smentite, alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche sulle fonti di inquinamento rappresentate dai roghi che si sviluppano a causa della dispersione e della combustione dei rifiuti precedentemente dispersi da malavitosi spinti da interessi diretti o indiretti, ma anche da privati “normali” cittadini guidati da mero e bieco cinismo nei confronti della collettività. Spesso gli stessi che sono pronti poi a scendere in sciopero o in corteo per protestare contro i disastri ambientali.

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Questo è un lusso che non ci possiamo più permettere TUTTI, dal primo all’ultimo dei cittadini della Campania. Ci basti ricordare che intanto la nostra Regione spende decine di milioni per spedire e smaltire all’estero – con tanto di navi “trasportamonnezza” – balle di rifiuti conferiti tal quali in misura inaccettabile per una società che voglia ancora definirsi civile. E ci basti pensare che sono circa cinquanta i milioni (!) di ecoballe che dovranno essere smaltite nei prossimi decenni (e…c’è chi dice che a questo ritmo ci vorrà poco meno di mezzo secolo, o poco più, a seconda delle risorse disponibili. Una follìa, ma anche una verità mai rìvelata e nemmeno mai negata. Da ambientalista convinto da sempre, con l’unica colpa di essere stato sempre laicamente moderato, io devo confessare che oggi aderisco alle tesi di chi grida “…basta con i trogloditi che disperdono i rifiuti e con i vandali che li incendiano”!! Equiparando le due categorie.
Bene ha fatto oggi il Governo a promuovere il protocollo di intesa sulla Terra dei Fuochi. Il Premier Conte nel Vetrice tenutosi preso la Prefettura di Caserta in prima persona ha annunciato un piano di azione contro i roghi e il fenomeno delle dispersione dei rifiuti e le discariche abusive, in nome della difesa del diritto alla salute e del Territorio. Ulteriore impegno del Governo ha riguardato la promozione di una “cultura del riciclo” , rendendo i rifiuti prodotti da rilavorare e spingendo in avanti la raccolta differenziata. Il ministero dell’ambiente dovrà avanzare proposte e indicare soluzioni innovative, nel quadro di un inasprimento delle pene per i massacratori dell’Ambiente. Il ricorso a Droni e altre tecnologie innovative si rende dunque indispensabile per una efficace tutela del territorio. Al di là delle parole e nonostante i buoni propositi emersi si sono avute tensioni e imbarazzi per la quasi contemporanea conferenza stampa convocata presso la Reggia di Caserta dal Governatore De Luca, che ha lasciato in anticipo il vertice in Prefettura, ma poi è stato convinto a rientrare al tavolo del Vertice. Sembra quindi arrivato il tempo della chiarezza. Si è capito finalmente che è troppo comodo urlare NO! senza dare alternative e, soprattutto, senza dare per primi testimonianza e prova di sé. E con questo ci riferiamo anche ai tanti – semplici cittadini e non – che si nascondono dietro i paraventi dei populismi di destra o di sinistra, senza perseguire obiettivi di progresso nella verità, anzi rifuggendoli. Questo è dunque il momento dell’impegno di TUTTI perché il fuoco perverso della Terra dei Fuochi sta ormai idealmente attaccando tutti i settori del vivere civile e li sta divorando, senza tregua.
L’adunata spontanea di Torino in questo scorcio finale del 2018, la quale per certi versi ricorda la Marcia dei quarantamila del 1980, può essere il viatico di una “ricrescita felice” senza storture progressiste, ma anche senza decrescite passatiste.

Federico L.I. Federico


Articolo pubblicato il giorno 20 Novembre 2018 - 11:12

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