“Il bambino – ha raccontato la zia Virginia – comunica solo con lettere, in cui scrive quello che prova e come sta. E mia sorella, quando lo vede giù, cerca di farlo parlare, gli chiede se vuole scrivere al papà. Nell’ultima lettera ha scritto al padre che ha paura che quando uscirà dalla galera ammazzerà anche lui come ha ammazzato la mamma. Il bambino non chiede nulla, ma te ne accorgi dagli atteggiamenti che gli mancano i genitori. E’ stato deluso, perché lui adorava il papà”. Non parla più il figlio di Maria Archetta (Mariarca) Mennella, accoltellata a morte a trentotto anni, il 23 luglio del 2017, dall’ex marito Antonio Ascione, pizzaiolo di 45, nell’appartamento di Musile dove la donna si era da poco trasferita da Torre del Greco con la ragazzina di quindici anni e il bambino di nove, nel tentativo di rifarsi una una vita dopo la separazione. “Il bambino – ha continuato Virginia Mennella, sorella di Mariarca a Tg2 Dossier -, chiedeva continuamente alla nonna di telefonare alla mamma e la nonna gli diceva che la mamma non poteva rispondere al telefono perché stava lavorando. Allora il bambino insisteva per chiamare il papà. Poi il piccolo ha iniziato ad arrabbiarsi e la nonna, che stava malissimo, gli ha detto: Mi dispiace, la mamma non c’è più perché tuo padre l’ha uccisa. Il bambino l’ha saputo in questo modo”. Per l’uccisione dell’ ex moglie, Antonio Ascione è stato condannato a vent’anni di carcere con il rito abbreviato.
Articolo pubblicato il giorno 26 Novembre 2018 - 22:48