Sono ormai concluse le fasi preliminari della preparazione della Festa dei cornuti di Ruviano. La «solennità» è arrivata alla 41esima edizione.
La festa di San Martino, in moltissime località, è diventata “la festa dei mariti traditi”, forse perché, nel giorno dedicato al Santo, si svolgevano fiere di bestiame per lo più “munito di corna”. Le fiere e i mercati duravano alcuni giorni, cosicché le mogli che rimanevano a casa avevano la libertà di poter tradire i propri mariti anche con i mezzadri del loro fondo.
I mariti traditi venivano fatti oggetto di scherno e di una vera caccia, sia pur simulata, nella quale essi dovevano interpretare il ruolo del cervo, animale dalle ricche e ramificate corna. È così che “la festa dei cornuti” è entrata nel costume e nelle tradizioni ruvianesi.
Questa leggenda, tramandata di generazione in generazione, è stata riprodotta per la prima volta negli anni Settanta.Una mattina di un 11 novembre di tanti anni fa, dopo essersi scambiati gli auguri di rito, un gruppetto di amici decise di festeggiare veramente, la sera stessa, riunendosi a casa di uno di loro per una cena a base di carne di montone (rigorosamente cornuto) e tanto, ma proprio tanto vino.
Dopo la cena, piuttosto “alticci”, questi buontemponi decisero di osare di più e, sfidandosi a vicenda, uscirono per le vie del paese di Ruviano con lumini accesi e trofei di corna.
La sorpresa della gente fu enorme, ma quasi subito la diffidenza lasciò il posto ai sorrisi e agli applausi: tutti avevano capito il tono scherzoso, goliardico e per nulla offensivo di quella messinscena. A notte fonda i novelli cornuti si salutarono e si ripromisero di ripetere l’esperienza l’anno successivo.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 5 Novembre 2018 - 09:59