“La sicurezza si crea con lo sviluppo economico ma si deve partire da un segnale forte di presenza dello Stato, che in questo momento e’ valutato come debole dai criminali e come distante dai cittadini. Per questo chiederemo a Salvini di partire da una maggiore presenza stabile di forze dell’ordine”. Don Federico Saporito, sacerdote a Ponticelli, alla periferia est di Napoli, anticipa i temi che affrontera’ nell’incontro che con altri sei sacerdoti dell’area dovrebbe avere giovedi’ con il vice premier e ministro degli Interni, che sara’ a Napoli. L’incontro e’ nato da una lettera aperta che i sacerdoti scrissero il 7 novembre: “Era una lettera – ricorda il parroco – rivolta ai fedeli, per incoraggiarli in un momento difficilissimo. C’era stata un corteo dei cittadini contro le stese e il giorno dopo ci fu un omicidio a San Giovanni a Teduccio. Un segnale duro, ora abbiamo bisogno di qualcuno che ci ascolti, perche’ qui la criminalita’ e’ sempre piu’ baby, manca lo Stato e gli arresti hanno smantellato i clan che mantenevano la calma per fare le loro attivita'”
L’agguato a cui fa riferimento don Saporito e’ avvenuto infatti lo scorso 30 ottobre, vicino alla chiesa a corso San Giovanni a Teduccio, il giorno dopo la manifestazione “Piu’ saperi, meno spari” che aveva visto in strada gli abitanti inneggiare alla cultura contro le “stese”, le sparatorie notturne dei baby criminali. Quell’omicidio venne visto anche come un segnale della criminalita’ a cui non c’e’ risposta in un’area come la Municipalita’ che comprende Barra, San Giovanni e Ponticelli: “Parliamo di 130.000 persone – spiega don Federico – di un’area grande quanto Caserta, in cui c’e’ una sola auto della polizia che gira di giorno e di notte. Si deve partire da un segnale di presenza piu’ forte anche per dire ai cittadini che se denunciano il giorno dopo non incontreranno solo il parente di chi ha sparato ma anche un’auto delle forze dell’ordine”. Un primo passo, dunque, che i parroci chiedono “a qualcuno che ci ascolti”, dice il sacerdote, che aggiunge “poi si potra’ cominciare una serie di riflessioni su come rivitalizzare questi quartieri a cominciare dalle scuole, in cui gli insegnanti sono lasciati soli a dover mantenere gli equilibri con i ragazzi e con famiglie spesso difficili”. Su questo qualcosa gia’ si e’ mosso visto che i parroci nei giorni scorsi hanno incontrato l’assessore regionale all’Istruzione, Fortini: “C’erano anche i presidi delle scuole – racconta – e abbiamo avviato un tavolo su iniziative da mettere in campo”. Passi per restituire vita a un’area urbana in cui “i negozi chiudono presto – racconta il sacerdote – perche’ dopo una certa ora le strade sono pericolose. E’ difficile prendere un aperitivo con un amico o fare attivita’ nelle parrocchie di sera, mentre bande di ragazzini corrono fuori a folle velocita’, indisturbati. So bene che molte periferie hanno meccanismo complessi, ma su Napoli Est quello che ci turba e’ l’assoluto silenzio della politica che deve cominciare a muoversi. Per questo stiamo preparando una base di riflessione che consegneremo a Salvini come gli ho anticipato al telefono qualche giorno fa. Serve che qualcuno ci ascolti”.
Articolo pubblicato il giorno 13 Novembre 2018 - 18:41