La cattura del latitante, sottolinea il comandante provinciale di Napoli, Umberto Del Monaco, “é un risultato importante sia per lo spessore criminale che abbiamo preso sia perché ogni risultato raggiunto dai nostri investigatori lo é”. Da mesi, spiega Del Monaco, i militari dell’Arma di Castello di Cisterna erano sulle tracce di Orlando, ma negli ultimi giorni c’era stata un’accelerazione investigativa in quanto si riteneva che nel covo di Mugnano, occupato dal sessantenne per una ventina di giorni al massimo, il boss non sarebbe rimasto a lungo. “Controllavamo una serie di contatti. Qualche segnale ci ha fatto ritenere possibile un cambio di rifugio imminente. E così si è deciso di intervenire con un’ irruzione”, ha spiegato Del Monaco Sono diversi i provvedimenti a suo carico accumulati in questi anni di latitanza a partire dal 2003. L’operazione, spiega il comandante del gruppo di Castello di Cisterna, Gaspare Giardelli, é stata complessa perché in quella villetta a tre piani c’erano 16 appartamenti e anche dei box garage. Bisognava individuare l’appartamento giusto, ed evitare che il boss trovasse via di fuga. “Abbiamo dovuto sfondare la porta ma Orlando ha subito alzato le braccia in segno di resa – dice – il suo clan affonda le radici in anni lontani ed é affiliato a Cosa nostra”. Il comandante del nucleo investigativo di Castello di Cisterna Antonio Bagarolo sottolinea come l’indagine sia stata difficile perché la protezione del clan per il suo reggente era forte. “Antonio Orlando e’ detto ‘o mazzolino perché é un acceso tifoso dell’inter, squadra che nell’immaginario collettivo e’ ancora rappresentata da Sandro Mazzola. Ora le indagini vanno avanti per cercare di capire di quali coperture ha goduto durante questi lunghi anni di latitanza; probabilmente i documenti che ha tentato di bruciare contenevano elementi utili in questo senso”.
“A nome dell’amministrazione comunale e dell’intera cittadinanza ringrazio le forze dell’ordine e in particolare i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli per la brillante operazione di stanotte, che ha portato all’arresto di Antonio Orlando, inserito dal ministero dell’Interno nella lista dei 15 latitanti più pericolosi d’Italia”. Così il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, appena appreso dell’arresto del superlatitante Antonio Orlando. “L’influenza criminale del clan Orlando-Polverino-Nuvoletta – ha aggiunto Sabino – si é estesa per anni anche sul territorio di Quarto. Arresti come questo danno speranza alle migliaia di cittadini onesti e perbene, che rispettano la legge e pensano che il riscatto di un territorio possa avvenire innanzitutto dal ripristino della legalità”.
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