Garigliano. Tremila metri cubi di rifiuti radioattivi di cui la metà a media e alta radioattività: silenzio dal Governo. Ma La Sogin pensa di realizzare nel sito un terzo deposito di scorie. La centrale nucleare del Garigliano nonostante la rimozione recente da parte della Sogin di un pezzo del reattore è un’area ancora completamente da bonificare. Ci sono ancora tremila metri cubi di rifiuti radioattivi di cui quasi la metà sono di media e alta radioattività. Il pensiero e la preoccupazione va anche la posizione della stessa: sulla foce dell’omonimo fiume. L’immobilismo delle Istituzioni e lungaggini burocratiche non fanno che allungare i tempi che ormai sono biblici: sono passati più di 30 anni dal referendum sul nucleare. La Sogin, società del Ministero dell’economia e finanze che si occupa dello smantellamento della struttura è completamente paralizzata perché il sito nazionale per il deposito delle strutture contaminate è ancora una chimera. Però intanto la Sogin si appresta a realizzare nel sito del Garigliano un terzo sito di stoccaggio decisamente contestato dagli ambientalisti che temono sugli effetti sulla salute dei cittadini. Dalle Istituzioni per il momento tutto tace.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 27 Novembre 2018 - 14:45