“Mia figlia oggi avrebbe 30 anni”. Si interrompe subito Adriana Esposito, la mamma di Stefania Formicola, uccisa dal marito Carmine D’Aponte nel 2016 a Sant’Antimo, con un colpo di pistola al cuore. Piange perche’ il dolore della perdita della figlia e’ ancora molto forte. “Mia figlia ha subito per anni, in silenzio, da sola – racconta – un calvario di cui non ha detto niente a nessuno e nel momento in cui lei ha detto basta, chi le stava vicino aveva gia’ pianificato tutto: con una scusa banale le diede appuntamento la mattina del 19 ottobre del 2016 e la uccise con un colpo al cuore, lo stesso cuore che aveva tanto amato, perche’ era solo mia figlia ad amare”. E’ con la morte di Stefania, il cui assassino, nel febbraio scorso e’ stato condannato all’ergastolo, che inizia il calvario di Adriana e suo marito, “di madre, di genitori”. Oggi, la cosa “peggiore” e’ prima di tutto per i bambini: “Sono loro che pagano il prezzo piu’ alto”. “I bambini hanno bisogno di tutto, ma principalmente della loro mamma – afferma Adriana – ci sono io, ma non potro’ mai prendere il posto della loro mamma, c’e’ bisogno di una presenza fisica, al di la’ dell’amore che possiamo dare noi”. “Ci sono anche bisogni sotto il profilo materiale – ha sottolineato – e in questo devo dire che lo Stato e’ assente, siamo stati informati che ci saranno cambiamenti, ma aspettiamo che accadano, non ci bastano le chiacchiere”.
Articolo pubblicato il giorno 14 Novembre 2018 - 15:16