Scafati. Quattro ore di interrogatorio, l’analisi punto per punto di ogni capo di imputazione e degli aspetti di un’indagine che lo hanno portato dietro le sbarre a Poggioreale. Antonio Iannello, l’ex giudice di pace di Torre Annunziata, arrestato per corruzione – dopo due mesi di carcere, trascorsi nelle celle di Poggioreale – ha chiesto di essere sentito dal pm Anna Chiara Fasano della Procura di Nocera Inferiore, per chiarire gli aspetti dell’intricata vicenda che lo vede protagonista. Il suo interrogatorio potrebbe finire presto agli atti del Tribunale del Riesame di Salerno che valuterà a partire dal 26 novembre le istanze di scarcerazione degli altri indagati: consulenti, avvocati, carabinieri e ex giudici di pace ancora sottoposti a misura detentiva. Iannello ha risposto diffusamente alle domande del pm, assistito da un esponente delle forze dell’ordine, alla presenza del suo avvocato Francesco Matrone, pare si sia difeso su molti punti fornendo la sua versione dei fatti contestati. Una circostanza sulla quale l’ex giudice pare abbia battuto molto è stata la ‘regolarità delle sue sentenze’ emesse in particolare su cause riguardanti sinistri stradali e che – secondo l’accusa – avrebbero favorito avvocati e ricorrenti contro le compagnie assicurative per ottenere liquidazioni maggiorate. Circostanza, questa, più volte negata dall’ex giudice che ha sostenuto le liceità del suo comportamento, ribattendo – su ogni circostanza – la propria difesa. L’interrogatorio dell’ex giudice sarà trasmesso agli inquirenti per ulteriori approfondimenti, pare infatti che Iannello – avvocato scafatese, ripreso mentre intascava le mazzette nel suo studio da una telecamera piazzata dagli uomini della guardia di finanza – non abbia potuto negare la circostanza di aver preso soldi da alcuni coindagati, in particolare dai consulenti tecnici, fornendo anche in questo caso una propria versione a proposito. Il pm Anna Chiara Fasano alla quale è stata affidata l’inchiesta proveniente dalla procura di Roma parte abbia analizzato con Iannello tutti gli aspetti della vicenda e i ruoli dei diversi imputati. Tra parziali ammissioni e difese l’ex giudice ha fornito una serie di indicazioni su quanto accaduto nel suo studio nei mesi in cui i finanzieri hanno posizionato una cimice e una telecamera, registrando un giro di corruttele, per l’affidamento di incarichi a consulenti tecnici e incontri ‘privati’ con avvocati che avrebbero dovuto discutere cause per sinistri stradali proprio davanti a lui. L’effetto del lungo interrogatorio probabilmente non tarderà ad arrivare qualora il pm decida di metterlo agli atti del Riesame che valuterà la sussistenza delle esigenze cautelari per gli indagati. L’ex giudice Iannello – di concerto con il suo difensore non ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale per la libertà di Salerno, in attesa che – anche alla luce delle sue dichiarazioni – vengano completate le indagini.
Rosaria Federico
Articolo pubblicato il giorno 17 Novembre 2018 - 21:33