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Donazioni per il piccolo Alex: altri 20 giorni per sapere se ci sono compatibilità

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False le notizie circolate in rete: il piccolo Alessandro Maria è ancora alla ricerca di un donatore compatibile che gli salvi la vita. Il registro italiano ha trovato il 24 ottobre scorso un cordone ombelicale compatibile nella banca dati di Bologna, ma purtroppo gli approfondimenti richiesti dai medici del Great Ormond Street Hospital di Londra hanno dato esito negativo. Bisognerà quindi attendere i risultati delle analisi di circa cinque mila persone accorse in piazza ma ci vorranno, per i primi risultati, quindici o venti giorni: Il tempo è poco ma la catena umanitaria continua e domani, per trovare il midollo osseo utile a sconfiggere la linfoistiocitosi emofagocitica, l’appuntamento sarà ad Avellino, dalle 9 davanti la Chiesa del Rosario, sul corso Vittorio Emanuele.
La notizia di un cordone ombelicale presente nel registro di Bologna compatibile con il piccolo Alex aveva riacceso la speranza. Una mamma sensibile a queste tematiche aveva scelto la donazione del cordone ombelicale. Peccato però che la notizia della compatibilità risalisse alla settimana scorsa, prima cioè che l’ospedale pediatrico Great Ormond Street Hospital di Londra chiedesse degli approfondimenti e verificasse poco dopo l’insufficienza per un trapianto di midollo. “Il nostro impegno è trovare una compatibilità nei nostri registri” spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti. La notizia della compatibilità, nonostante fosse sfumata, continuava a girare, e ieri la famiglia è stata costretta a diramare un comunicato per precisare che “i medici inglesi che seguono Alessandro Maria hanno confermato un basso livello di compatibilità (verificato con una high resolution Hla di next generation, ndr) di tale cordone”, temendo che i donatori non continuassero la tipizzazione.
Per il direttore del Centro Nazionale Trapianti, ritiene ci siano altri cordoni compatibili: “Dalle informazioni in mio possesso, ci sono almeno altre due compatibilità provenienti da registri europei. Non so se sono stati fatti degli approfondimenti, però”. La famiglia da Londra però non saprebbe nulla di queste altre due compatibilità. Manifesta, inoltre, una perplessità anche sulle procedure di ricerca internazionale che a suo avviso si sono attivate troppo in ritardo. “I cordoni arrivano a Genova che li smista ai laboratori con cui abbiamo stabilito accordi per ottenere risultati accurati e veloci. – spiega il direttore – È un impegno straordinario di tutti, soprattutto se teniamo presente che in un giorno a Napoli è stato raccolto il 20% che solitamente raccogliamo in un anno”.


Articolo pubblicato il giorno 2 Novembre 2018 - 09:39

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