foto di repertorio
Indagini della polizia penitenziaria sono in corso nel carcere di Sollicciano, a Firenze, dopo che verso le 16 durante un normale controllo di ronda nella terza sezione del reparto giudiziario, un agente di custodia ha sorpreso un detenuto albanese che dall’interno della sua cella conversava al telefono con persone esterne al carcere usando un cellulare di piccole dimensioni. La vicenda e’ emersa grazie al sindacato Osapp che col segretario generale Leo Beneduci commenta: “E’ sempre e solo la polizia penitenziaria che riesce a disimpegnare fino in fondo il proprio dovere con sacrificio e in precarieta’ di organico e di risorse continuando a mantenere integre le condizioni di sicurezza e di legalita’ interne alle Carceri, a Firenze come altrove, andando ad individuare con perizia strumenti che possono minare la sicurezza della collettivita’ esterna quali ed appunto i telefoni cellulari”. “E’ peraltro urgente domandarsi, – prosegue Beneduci – rispetto a strutture penitenziarie in cui il rinvenimento di telefoni cellulari ed altro e’ ormai all’ordine del giorno, per i quali da tempo denunciamo una sorta di ‘supremazia’ dei detenuti nei confronti del personale e dell’istituzione, quali accorgimenti e quali misure siano stati adottati da parte degli organi preposti come il Provveditore Regionale Antonio Fullone, atteso che non risultano ad oggi nonostante il ripetersi dei gravi episodi interventi significativi”.
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